conte trump

Un nuovo evviva di Trump a Giuseppi rispolvera l’anomala delega ai servizi
Giuseppe Conte (Ansa)
  • Quello a Giuseppe Conte appare più un attestato di simpatia personale che un endorsement politico. Come ai tempi delle polemiche sul viaggio a Roma di Barr e i rapporti con i Servizi. Enrico Letta punzecchia l’ex premier che replica.
  • Beppe Grillo rispolvera l’odio per i Giochi. Il garante del M5s, che con Virginia Raggi fece fallire l’assegnazione a Roma 2024, sventola la bandiera vetero ambientalista contro Milano-Cortina: «Olimpiadi del cemento».

Lo speciale comprende due articoli.

Anche il Pd e Trump temono il contagio e scaricano Giuseppi
Donald Trump (Ansa)
I dem convinti che il premier vada sostituito appena finita la fase più acuta dell'emergenza. Altro giro di vite sui viaggi Usa-Italia.
L’avvocato ormai è sommerso dalle grane
Ansa
Il presidente del Consiglio per caso ha cominciato a realizzare che, se dovesse uscire da Palazzo Chigi, non ci rientrerebbe più. Ma con gli assalti di Matteo Renzi e Luigi Di Maio, Matteo Salvini arrembante, i guai sugli 007 e, ora, le ombre d'Oltretevere il foglio di via si avvicina.
Trump ha avuto tutto ciò che voleva. «Giuseppi» già non conta più nulla
Ansa
Il noto tweet del leader Usa sembrava far presagire un'asse Roma-Washington. In realtà, alla Casa Bianca importavano poche cose e subito: dal 5G al caso della spia russa. Ottenute quelle, ci ha messo fuori dai giochi.
Trump appoggia Conte a sorpresa e mette in imbarazzo il Pd
Ansa

Sorpresa nella crisi di governo italiana. Donald Trump ha dato, abbastanza inaspettatamente, il suo endorsement a Giuseppe Conte. In un post su Twitter, il presidente americano ha infatti dichiarato: «Si stanno mettendo bene le cose per il presidente del Consiglio italiano, molto rispettato, Giuseppe Conte. Ha rappresentato l'Italia con forza al G7, ama molto il suo Paese e lavora bene con gli Stati Uniti. È un uomo di grande talento ed è auspicabile che rimanga primo ministro!». Il tweet è stato tra l'altro corretto a causa di un refuso relativo al nome del premier, chiamato «Giuseppi». Un endorsement in piena regola, tanto più perché pronunciato nel corso delle ore decisive per la formazione del governo targato Pd-M5s. Si tratta di una mossa fondamentalmente inattesa, visto che tutto lasciava presagire che l'attuale inquilino della Casa Bianca non potesse che essere contrario al ribaltone italiano. Soprattutto per la questione cinese.

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