Il premier alla Camera in vista del Consiglio di Bruxelles di domani: «Col Cpr a Gjadër fermeremo i trafficanti. Cambiare le direttive, o non si può rimandare a casa nessuno».
Un controllo in piazza Duca d'Aosta a Milano in una foto di repertorio (Getty Images)
A Verona indagano l’agente che si è difeso e beatificano l’africano che voleva ucciderlo. A Pisa finiscono sotto inchiesta 10 membri del reparto che s’è opposto alla deviazione del corteo pro Pal. E il Consiglio d’Europa accusa le nostre forze dell’ordine di razzismo.
Scaduto il termine per i pareri sfavorevoli. Italia e Spagna si sono espresse a favore della misura contro le auto cinesi, mentre Germania e Svezia si sono astenute. A novembre prevista la scelta definitiva: Berlino dovrà decidere come schierarsi.
I grillini parlano di flop, per i renziani (manco eletti) la leader di Fdi è «uscita a pezzi». Pasquale Tridico, capodelegazione del M5s al Parlamento europeo: «L’esito del vertice del Consiglio europeo è un “euroflop” per Giorgia Meloni che fa male all’Italia».
Giorgia Meloni si astiene: «Vedremo cosa vuol fare la Von der Leyen». Ira di Matteo Salvini, critico pure Antonio Tajani. Viktor Orbán vota a favore di António Costa.
I nomi indicati dagli Stati membri vanno sottoposti ai deputati, i quali dovranno poi esprimersi (nell’insieme e non singolarmente) su commissari e Alto rappresentante.
È la prima volta che l’Italia rifiuta di piegarsi ai diktat di Bruxelles. Il premier ha varie possibilità: ottenere un commissario di peso, o dare battaglia all’Eurocamera e divenire capo dell’opposizione. Magari sperando che alla conta la candidata tedesca sia silurata.