Per il suo party di addio, il leader dem riunisce vip e amici, distribuendo onorificenze. È l’epifania di un clan che si attribuisce la patente del buono per antonomasia. E che manda a dire: vogliamo comandare ancora.
Tra i principali sponsor del passo indietro di Joe Biden, l’ex presidente ora vuole decidere il candidato, stavolta in disaccordo con i Clinton. Il suo uomo resta GavinNewsom, ma Nancy Pelosi media tra le varie posizioni.
Dopo cinque anni di prigionia a Londra, il fondatore di Wikileaks patteggia con gli Usa ed è libero. Inviso a Hillary Clinton, nel 2016 la dem proponeva di «ucciderlo con un drone».
Un procuratore fa a pezzi il presidente: «Conservò documenti riservati intenzionalmente, ma non possiamo incriminarlo, è anziano e smemorato». I repubblicani chiedono la destituzione. Clan Obama e Clinton irritati.
Il «Guardian» elenca le intimidazioni fatte dal magnate ai giornalisti che seguivano il suo caso. E restano dubbi sul ruolo del marito di Hillary (che però non è indagato).
Joe Biden è in crisi nera di popolarità e i fogli progressisti, incluso l’«Economist», temono un trionfo di Donald Trump. Ma il tempo stringe e i liberal non hanno un vero piano B.