L’Ucraina chiede una mediazione di Pechino, che se da un lato ha buoni rapporti con Vladimir Putin, dall’altro vede con fastidio la sua accelerazione. Intanto Gazprom fa i suoi affari. E noi? Sempre più irrilevanti.
I russi ammassano truppe ai confini ucraini e minacciano la guerra: Mosca non rallenta perché sta agendo per conto di Pechino che punta a impegnare gli americani su più fronti. La soluzione è rafforzare l’asse Usa-Ue: l’Italia ha spazio per dire la sua.
Mentre Donald Trump preme per attirare a sé Londra, Vladimir Putin e Xi Jinping rinsaldano l'asse commerciale in chiave anti dazi. Mosca lancia l'invito a Bruxelles in cambio dello stop alle sanzioni, ma l'Unione perde anche questa volta l'occasione di fare affari.