In vendita al miglior offerente 34 «opere» realizzate con l’Ia. Prive di quel guizzo che caratterizza i pittori in carne e ossa.
(John Keeble/Getty Images)
Le carte dei personaggi più famosi vengono battute all'asta per migliaia di dollari, l'ultima per oltre mezzo milione di dollari. E con il business degli NFT (Non Fungible Tokens) per gli appassionati si apre una battaglia a sei zeri.
Il 27 febbraio 1996, in Giappone, usciva un gioco chiamato Pokémon. Venticinque anni dopo, con oltre 350 milioni di copie vendute e 70 titoli, i Pokémon sono il terzo franchise videoludico più venduto al mondo, dietro solo a Super Mario e Tetris – rispettivamente al primo e al secondo posto. Un successo inaspettato che non sembra accusare il passare del tempo. Solo l’anno scorso, nella settimana di lancio, Pokémon su Nintendo Switch (Pokémon Spada e Scudo) hanno venduto sei milioni di copie vendute. Un vero e proprio record. E il giorno dell’anniversario, Nintendo ha annunciato che tra il 2021 e il 2022 saranno pubblicati altri tre giochi: Diamante Lucente, Perla Splendente e Leggende Pokémon: Arceus.
L’universo dei Pokémon va ben oltre le console di videogiochi. Nel 2016, l’uscita di Pokémon Go su smartphone ha generato una vera e propria mania. L’app, ad oggi, fa guadagnare a Niantic Labs 445 milioni di dollari l’anno, per un totale di 3,6 miliardi di dollari accumulati dal debutto. Ma non solo, sempre più giovani guadagnano sulla piattaforma Twitch pubblicando dirette in cui giocano con le carte dei Pokémon. Da marzo 2020 a gennaio 2020, il numero di spettatori mensili è cresciuto del 3000%.
È il business delle carte collezionatili quello a far più parlare nell’ultimo anno. Il mercato del reselling delle carte dei personaggi è sempre esistito, ma i numeri non sono mai stati così alti. Solo un mese fa, un set di carte dei Pokémon (prima edizione) è stato battuto all’asta per 666.000 dollari, registrando un nuovo record nella categoria. «La prima edizione del set di carte dei Pokémon è diventato lo standard collezionabile non-sportivo nel quale investire. Un set classificato PSA 10 è l’apice per la comunità dei collezionisti dei Pokémon» ha dichiarato Dave Amerman, direttore di Goldin Auctions. «Quest’anno, in occasione del 25° anniversario dei Pokémon, non saremmo sorpresi se questo set raggiungesse 1 milione di dollari».
Attualmente la carta più costosa mai venduta resta però quella di Pikachu Illustrator venduta all’asta per 250.000 dollari. Ne esistono solo 20 esemplari al mondo, di cui solo la metà in buone condizioni. L’aspetto interessante di questa carta è che, in realtà, Illustrator Pikachunon ha abilità o valore reali negli ambienti competitivi dei tornei, ma semplicemente si congratula con il vincitore e lo riconosce come un illustratore di carte Pokémon ufficialmente autorizzato. Nell’ultimo anno, Ebay ha parlato di un aumento nelle vendite di carte Pokémon del più 574%, ovvero 400 milioni di carte in più vendute. Le vendite di carte collezionabili nei rispettivi paesi sono cresciute principalmente in Australia con il +379%. Seguono la Cina con +205%, il Canada con +149%, gli Stati Uniti con +124% e l’Europa con +113%.
Sulla piattaforma StockX, celebre reseller di sneakers, abbigliamento e collectibles di ogni genere, è stata pubblicata una vera e propria guida all’acquisto delle carte dei Pokémon. «Cosi come moltissimi oggetti collezionabili, anche le carte Pokémon si possono gradare. Le motivazioni per cui lo si fa possono essere svariati, ma principalmente la motivazione è quasi sempre una: una carta che viene gradata da un ente certificato può aumentare vertiginosamente il suo valore. Uno tra gli enti più importanti al mondo è proprio PSA, che tramite una scala di valutazione numerata, grada e certifica qualsiasi tipo di carta Pokémon. I numeri vanno da 1 a 10. La carta che prende 10 è Gem-Mint, ossia perfetta in tutti i suoi dettagli e senza alcun tipo di usura».
Ma perché le carte dei Pokémon sono così desiderate? E perché proprio oggi, a 25 anni dalla loro nascita? A spiegarcelo è Logan Paul, ex Youtuber (finito agli onori della cronaca per aver filmato il corpo di un uomo suicidatosi nella foresta di Aokigahara in Giappone) che ha recentemente speso 2 milioni di dollari in carte dei Pokémon. Finché non ho iniziato a collezionare carte Pokémon, non mi sono mai sentito come se fossi in grado di catturare un pezzo della mia infanzia», ha raccontato all’Insider. «Amo l'aspetto delle carte e come mi fanno sentire: come un bambino grande con un sacco di soldi da spendere in cartone». StockX ha dichiarato come l’interesse di Paul per la carte dal collezione abbia portato un boost al mercato a livello globale. «A poche ore da questa dichiarazione [Logan Paul ha acquistato due box da 1 milione che avrebbe poi aperto in live, ndr] il valore lordo delle carte dei Pokémon su StockX è aumentato dell’80%, praticamente raddoppiando le vendite rispetto al giorno precedente».
Vi starete chiedendo dov’è il guadagno per Logan Paul. La risposta sta tutta in una sigla: NTF. I Non Fungible Tokens sono prodotti digitali che esistono su una blockchain, sono unici e non possono essere replicati. In altre parole, se si possiede un particolare NFT, non può essere scambiato con qualcos’altro. «È una tecnologia che permette la vera proprietà di qualsiasi tipo di bene o asset digitale», spiega Dan Kelly, presidente di NonFungible.com. Mentre gli NFT possono essere qualsiasi cosa - nomi di dominio, oggetti di gioco virtuali e persino tweet - la categoria più popolare è sicuramente l'arte digitale, comprese immagini, audio e video clip. È qui che entrano in gioco le carte dei Pokémon. Paul ha deciso di stringere una partnership con Bondly per le sue carte anche in forma digitale. Per inaugurare la partnership ha persino creato una carta a sua immagine e somiglianza al prezzo di 2.000 dollari l’una. Il guadagno complessivo fino a oggi? Cinque milioni di dollari. Da aggiungere al milione guadagnato dalla vendita di alcune NFT dei Pokémon di valore minore (dai 1.000 ai 20.000 dollari).
Una nuova vita per i Pokèmon, che a 25 anni dal loro debutto possono affermare con certezza di essere più preziosi che mai.
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(Cindy Ord/Getty Images)
Ferme le compravendite, molte gallerie non riapriranno e le case d'asta sono costrette ad andare sul Web con affari crollati del 70%. I collezionisti, soprattutto in Asia, cercano soltanto opere di autori affermati. E per i giovani è sempre più difficile farsi un nome.