Donald Trump bloccato sulle piattaforme di una Rete ormai in mano a poche aziende private politicamente schierate. E la sinistra esulta per gli spazi di libertà sempre più ridotti.
Paolo Mieli difende in un editoriale i giornalisti Usa che oscurano le accuse di brogli del presidente. Quando la «libera stampa» invoca il bavaglio per le voci scomode, bisogna preoccuparsi: ci stiamo cinesizzando.