Gli interni di Notre-Dame sono destinati a diventare qualcosa di simile al Disneyland della fede cattolica. Ieri la Commissione Nazionale del Patrimonio francese ha approvato quasi tutto il progetto immaginato dalla diocesi di Parigi che era stato rivelato in esclusiva da La Verità, già due settimane fa, insieme alla testata francese Fildmedia.com, prima di altri media europei. Un progetto che era stato fortemente voluto da Monsignor Michel Aupetit, ex arcivescovo di Parigi, dimessosi recentemente dopo la pubblicazione di un articolo del settimanale Le Point, che parlava di una relazione che il prelato avrebbe avuto con una donna.
Il ministero della cultura di Parigi ha spiegato all’agenzia France Presse che «gli esperti hanno dato un parere favorevole al programma di restauro interno con due riserve». Queste riguardano «il posizionamento delle statue che (gli esperti, ndr) vogliono mantenere nelle cappelle e le panche, per le quali i religiosi dovranno rivedere i loro piani».
Le spiegazioni del ministero della cultura confermano quindi che tutto il resto del progetto ha ottenuto il via libera. Questo significa che i muri delle cappelle laterali potranno essere ricoperti da opere pittoriche moderne, ma non è chiaro se queste saranno realizzate direttamente sui muri o applicate a essi. Quello che si sa è che sui muri delle cappelle del lato Nord della cattedrale parigina, prevarranno i colori freddi, mentre le pareti di quelle del lato Sud, saranno decorate con colori caldi.
L’altra cosa che sappiamo - e che ci era stata confermata da padre Gilles Droin, il liturgista incaricato da Monsignor Aupetit, per la ridefinizione gli spazi interni di Notre-Dame - è che la sistemazione delle cappelle mira a «far dialogare, in funzione delle tematiche del percorso: delle opere classiche, delle opere attuali in deposito o in creazione e il Verbo». Questo dialogo dovrebbe essere supportato anche da «brevi estratti biblici o di creazione spirituale» che appariranno sui muri grazie a dei proiettori, o che saranno diffusi tramite degli altoparlanti. Nessuno si è chiesto se questi elementi luminosi o sonori siano pertinenti in uno spazio destinato alla preghiera e al raccoglimento, quale è una cattedrale.
Va anche ricordato che padre Drouin ha pensato di trasformare le cappelle nelle tappe di un «percorso catecumenale» che, nelle sue intenzioni, dovrebbe potenzialmente servire a convertire i turisti non cristiani in visita alla cattedrale. Le cappelle del lato Nord formeranno l’Allée des Promesses (il viale delle promesse), quelle del lato Sud comporranno l’Allée des Saints (il viale dei santi). In mezzo a esse si troveranno delle cappelle dedicate ai continenti. L’Africa e l’Asia otterranno un posto di primo piano, l’Europa, le Americhe e l’Oceania rimarranno invece più defilate. Il percorso catecumenale si concluderà con una cappella dedicata al «Creato riconciliato» grazie a dei riferimenti all’enciclica di Papa FrancescoLaudato Sii.
Parlando con l’agenzia France Presse, il senatore Albéric de Montgolfier - presidente della Commissione del Patrimonio - ha confermato anche che «gli esperti si sono accordati sull’asse liturgico centrale (battistero, altare, tabernacolo) che dovrà essere concepito dallo stesso creatore». Il senatore ha però detto che sono state «emesse delle riserve sulle panche a rotelle, dotate di punti luce». Ma la battuta d’arresto su questo punto è solo temporanea perché, ha precisato il presidente della Commissione, gli esperti «vogliono prima vedere un prototipo» e chiedono che il trasferimento delle panche nella cripta (quando non saranno utilizzati nella cattedrale, ndr) «venga precisato». La decisione della Commissione del Patrimonio era stata preceduta dalla pubblicazione di una tribuna sul quotidiano Le Figaro e dal sito La Tribune de l’Art, nella quel più di cento personalità della cultura - tra cui il filosofo Alain Finkielkraut - chiedevano che il restauro della cattedrale mantenesse l’aspetto del monumento precedente all’incendio del 15 aprile 2019. La scelta della Commissione, è stata fortemente criticata. Una fonte vicina al dossier, contattata dalla Verità e da Fildmedia.com, ci ha detto che «in Francia, ciò che chiamiamo modernizzare è sinonimo di vandalismo». Per il nostro interlocutore «sarà estremamente difficile tornare indietro», l’unica cosa che potrebbe impedire lo scempio della cattedrale parigina sarebbe «un ripensamento del prossimo arcivescovo della capitale francese». Ma il tempo corre perché, come promesso da Emmanuel Macron, Notre-Dame dovrà riaprire le porte nel 2024, anno delle Olimpiadi di Parigi. Non c’è da stare tranquilli. Perché per allietare lo sguardo dei turisti che arriveranno nella capitale francese per assistere alle gare sportive, un pezzo della storia dell’Occidente scomparirà per sempre, in nome della sperimentazione.