I militari del nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno portato a termine l'operazione «Achei», iniziata nel 2017. Misure cautelari per 23 persone indagate per traffico illecito di beni culturali tra Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania e Serbia.
Il Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Roma e il Comandante del Nucleo Carabinieri TPC di Cosenza hanno consegnato al Direttore del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria più di duemila reperti archeologici di provenienza diversa e di eccezionale valore storico tra i quali figurano oggetti italici, etruschi, greci e della Magna Grecia recuperati nell’ambito dell’indagine «Achei», coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone. L’evento si è svolto alla presenza del Capo Dipartimento Tutela Patrimonio Culturale del Mic, del Direttore Generale Musei del Mic, del Comandante della Legione Carabinieri «Umbria», del Comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Perugia, del Direttore Regionale Musei Nazionali di Perugia Direzione Regionale Musei Nazionali Umbria e del Soprintendente ABAP per l’Umbria, nonché delle Autorità civili, militari e religiose provinciali e cittadine.
Gli straordinari reperti archeologici restituiti, riferiti all’Italia centrale e al territorio umbro, di grandissimo valore storico-culturale ed economico, sono stati recuperati a seguito di complesse indagini svolte dai Carabinieri del Nucleo TPC di Cosenza che hanno constatato, inequivocabilmente, l’esistenza di un vasto traffico di beni archeologici italiani su scala nazionale e internazionale, con ramificazioni all’estero tra Gran Bretagna, Francia, Germania e Serbia.
Le indagini, svolte da maggio 2017 a luglio 2018, hanno consentito di accertare sistematici saccheggi di più squadre di «tombaroli» che, tramite una articolata divisione di competenze e ruoli, garantivano al mercato clandestino un flusso continuo di beni archeologici di ingente valore economico, inseriti in articolati canali di ricettazione in Italia e all’estero.
L’operazione del reparto speciale dell’Arma si è conclusa con l’emissione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari da parte del Gip del Tribunale di Crotone su richiesta della Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, nei confronti di 23 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, ricettazione ed esportazione illecita, oltre all' esecuzione di 80 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti soggetti, indagati in stato di libertà.
La restituzione al patrimonio dello Stato dei beni culturali recuperati è frutto di azioni complesse, svolte in sinergia con gli organi centrali e periferici del Mic, nonché dell’impegno e la professionalità di donne e uomini (militari e civili) altamente specializzati nel settore, che hanno consentito di salvare importanti testimonianze dell’identità collettiva che raccontano la loro storia e, di riflesso, la nostra.