Dietro ai campioni in carica è ben strutturata l’Inter reduce da un’ottima annata (finale di Champions, Coppa Italia, quattro derby vinti). Ha ingaggiato un giovane promettente come Davide Frattesi, intende lanciare in attacco l’eclettico Markus Thuram accanto a Lautaro. Ha perso peso ed esperienza (via Lukaku, Brozovic, Onana, Edin Dzeko), monte-ingaggi più leggero e pure l’età media scesa verso i 25 anni. Da verificare l’inserimento di Juan Cuadrado, tiro mancino ai tifosi. Chissà se bastano due dribbling a cancellarne la juventinità.
Dall’altra parte del Naviglio, il Milan è pronto a una galoppata di vertice. Gli uomini di Gerry Cardinale hanno molto lavorato su giocatori giovani, atleticamente formidabili e già pronti a dare battaglia. Nessun fenomeno, ma neppure gli altri ne hanno portati a casa. I più strutturati e noti sono i due ex Chelsea, Christian Pulisic e Ruben Loftus Cheek, gambe e testa da Premier. I due più interessanti sono Yunus Musah dal Valencia e il centravanti Noah Okafor dal Salisburgo. L’uomo nuovo che potrebbe illuminare San Siro e far dimenticare Tonali è Tijjani Reijnders, arrivato dall’AZ Alkmaar. Dalle prime amichevoli un potenziale top a centrocampo, grinta e idee, 19 milioni spesi bene.
Con le milanesi c’è la Juventus della telenovela Lukaku (arriva, non arriva, i tifosi non lo vogliono), del rientrante Paul Pogba, del ritrovato Federico Chiesa, dell’eterna promessa Niccolò Zaniolo (se si concretizza). Una fionda micidiale dedita al contropiede come piace ad Allegri. Difesa chiusa e in porta con tre passaggi, alla faccia dei nostalgici del tiki-taka. La corazzata non va mai sottovalutata. Neppure fuori dal campo: capitan Leonardo Bonucci, escluso dal progetto per limiti di età, ha chiesto il reintegro rivolgendosi a un legale neanche fosse un postelegrafonico licenziato.
Lazio e Roma hanno la pozione magica in panchina, Maurizio Sarri e Josè Mourinho sanno trasformare il ferro in oro. E a Bergamo, Gian Piero Gasperini è sulla stessa linea d’onda. Con l’ariete Gianluca Scamacca in area e il portafoglio pieno nella tasca di Antonio Percassi, il popolo orobico è pronto a urlare ancora una volta «adess adoss».