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La regia di Napolitano dietro il flop della sfiducia al Cav e il declino di Fini
Gianfranco Fini e Giorgio Napolitano (Ansa). Nel riquadro la copertina del libro «Quella meteora a destra» di Carmelo Briguglio
L’ex Msi faceva estremo affidamento su Re Giorgio. Che però nel 2010 gli giocò un brutto scherzo, posponendo il voto contro il governo con la scusa della Finanziaria da approvare. Una prassi inedita che favorì Berlusconi.

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Il giurista guru della sinistra: «No all’autarchia delle toghe, meglio le carriere separate»
Franco Cordero (Imagoeconomica)
Franco Cordero, arcinemico del Cav, scriveva: «Il pm non è giudice. Un solo corpo è l’eredità del processo fascista». L’Anm intanto dà le istruzioni per lo sciopero.
Gianni Letta: l’uomo che sapeva sempre cosa non fare
(Imagoeconomica)
Eminenza assoluta nella cerchia più ristretta di Berlusconi, è stato il consigliere maggiormente acuto e affidabile del Cavaliere, sapendone spesso mitigare gli eccessi. Senza mai alzare la voce (anzi, senza parlare) ha vissuto una vita all’incrocio di tutti i poteri.
Fini, il gregario che ha sprecato tutte le occasioni
Gianfranco Fini (Getty Images)
Sdoganato da Silvio Berlusconi, gestiva Alleanza nazionale con il pugno di ferro. La sua storia è stata caratterizzata dalle mille giravolte sulle sue posizioni. Con la svolta di Fiuggi ha costruito le basi per la destra al governo, ma è rimasto l’eterno secondo.
«Berlusconi era eccezionale. Gli ho portato milioni di voti»
Iva Zanicchi (Ansa)
Iva Zanicchi: «Silvio aveva una marcia in più, l’ho difeso sia da Santoro sia da Lerner. Sposarsi e fare figli aiuta nella carriera. Alla Madonna chiedo di farmi credere di più».
Le Firme

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