benegas lynch milei

«Il politicamente corretto rappresenta un ostacolo al progresso dell’umanità»
Javier Milei (Ansa)
Benegas Lynch, ideologo dell’argentino Javier Milei: «Mettendo catenacci mentali alle idee si impedisce il miglioramento del sapere. La discriminazione? È del tutto normale».

Oggi si saprà chi, tra il ministro dell’Economia Sergio Massa e il pirotecnico economista ultra libertario Javier Milei, sarà il nuovo presidente dell’Argentina. Al primo turno del 22 ottobre, Massa ha incassato il 36 per cento, Milei il 29,9. Ma quali sono le idee del «candidato con la motosega»? Per scoprirlo possiamo leggere La postverità socialista, di Alberto Benegas Lynch figlio (Rubbettino, 270 pagina, 24 euro). Omonimo del padre, che fu imprenditore, saggista e brillante economista, Lynch, 83 anni è considerato il mentore di Milei, che a sua volta lo definisce «un eroe» e assicura che è «il più grande riferimento del liberalismo argentino di tutti i tempi». Ha un dottorato in Economia e uno in Scienze gestionali, è presidente della sezione di Scienze economiche dell’Accademia nazionale delle scienze e membro dell’Accademia nazionale delle scienze economiche. È autore di 28 libri, oltre a 10 in collaborazione e 4 come coautore. È stato professore ordinario presso l’università di Buenos Aires e ha insegnato in cinque corsi. È stato anche consigliere economico della Borsa di Buenos Aires, della Camera di Commercio argentina, della Società Rurale Argentina e del Consiglio interamericano di commercio e produzione. Recentemente ha fatto scalpore per aver suggerito a Milei di rompere le relazioni diplomatiche con il Vaticano. Si tratta dunque di un autore da tenere d’occhio per capire cosa passi per la testa di Milei, oltre alle suggestioni della cronaca e alle provocazioni mediatiche del candidato argentino. Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo due estratti de La postverità socialista.

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