Il ministro Tajani chiede la ripresa delle trattative ma il Cremlino: «non deve porre condizioni». Starmer (Uk): «Sì ad altri aiuti militari». La Bielorussia muove le truppe.
La benedizione Ue all’offensiva apre una crepa tra gli alleati di Kiev. Crosetto: «Così si allontana il cessate il fuoco». Ma il nodo riguarda anche Pd e M5s, divisi sul conflitto.
Continua l’offensiva ucraina oltre confine. Imbarazzo in Occidente: gli Usa nicchiano, l’Ue ribadisce la legittimità dell’azione, ma Antonio Tajani precisa: «Gli armamenti donati dall’Italia non colpiscano il territorio di Mosca». Intanto scatta l’ennesima escalation.
Medio Oriente: Giorgia Meloni sente il leader iraniano, Masoud Pezeshkian, per riaprire la via diplomatica.
Problemi di logistica e addestramento: la resistenza per ora avrà pochi jet. Anche secondo «Foreign Policy» l’Occidente è ambiguo. Dmytro Kuleba protesta. Mosca: «Se i missili Usa saranno in Europa, colpiremo le capitali».
Jens Stoltenberg esige «impegni» su addestramenti e forniture belliche, con stanziamenti da 40 miliardi l’anno per l’Ucraina. La linea è chiara: il conflitto deve durare a lungo.
In Israele si infiamma la frontiera col Libano: sulla Galilea il lancio più massiccio dal 7 ottobre. Intanto le trattative sono ferme al palo. Gli Usa: «Il mondo intero prema su Hamas».