Gli industriali teutonici e il governo francese silurano le favolette di Bruxelles. I conti in rosso sono la realtà, non l’ideologia ambientalista o una causa ormai quasi persa.
Le ecofollie di Bruxelles suscitano proteste da parte delle fasce che ne risentono di più, ma la risposta delle élite è sempre la stessa: ci sono una «emergenza» in corso e un «interesse collettivo» da tutelare, quindi chi si oppone è un nemico pubblico.
La Commissione fissa gli obiettivi e poi seleziona tecnici che li validino. Così il regolamento per calcolare le emissioni nei trasporti non considera le migliorie che fanno inquinare meno i motori.
A dettare la linea società di consulenza e docenti di università periferiche come l’anonimo Alan McKinnon, trasformato in un guru.
L’esecutivo comunitario può controllare l’applicazione delle leggi da parte dei membri.
Julia Steinberger, figlia di un Nobel e membro del gruppo che catechizza i governi, intima: «Bloccheremo le aziende dei fossili e le nazioni che le supportano». Poi nega ogni confronto ai colleghi titolati: chi dissente è «compromesso» e va ignorato. Alla faccia della scienza.