Ansa
Il vettore tricolore non è un colosso tale da poter creare distorsioni di mercato. Oggi i concorrenti offrono prezzi più vantaggiosi, il nuovo gruppo dovrà adeguarsi.
Il quinto podcast di Ritratti è dedicato a Roberto Colaninno. Imprenditore. Nella sua vita c’è stato sempre un prima e un dopo. Prima dell’Olivetti, dopo l’Opa Telecom, prima della “razza padana”, dopo il tentato salvataggio di Alitalia, prima di Silvio Berlusconi, dopo Massimo D’Alema. E poi c’è il presente, la Piaggio di cui è presidente. Mantovano, classe 1943, diplomato in ragioneria, Colaninno ha sempre rifiutato l'etichetta del finanziere spregiudicato. E con una parte del ricavato di Telecom, spezzato ogni legame con i bresciani di Hopa, è ripartito dalla Piaggio, rilevata nel 2003 sull'orlo del fallimento dopo una lunga trattativa con le 28 banche creditrici di 580 milioni di debiti, e poi portata in Borsa. Sono gli anni in cui ha consolidato la propria reputazione imprenditoriale tessendo relazioni internazionali con fondi, banche e investitori americani, asiatici, arabi ed essendo tra i primi ad aprire fabbriche in India e Cina. Questa è la sua storia. Buon ascolto.