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- Nello scambio di mail fra Alessandra Giordano e la Dignitas, tutti i passaggi burocratici per arrivare al suicidio assistito.
- Un articolo e la tessera di socio la collegano all'associazione pro eutanasia presieduta da Emilio Coveri, che ieri alla Zanzara ha detto: «Io direi sì a chiunque, senza neanche guardare le cartelle cliniche».
- La norma vietava di finanziare sia gruppi omofobi, sia organizzazioni a favore della maternità surrogata.
Lo speciale contiene tre articoli
Ansa
- Nei carteggi fra la donna e Dignitas ci sono alcuni passaggi controversi, come quello in cui dalla Svizzera notano che una cura le ha giovato e chiedono conferme sul fatto che i dolori siano tornati e il male sia cronico. Il capo di Exit: «Ero felice per lei».
- Il fratello disperato: «Quando scoprii dov'era avvisai gli svizzeri che non era lucida, dovevano fermarsi. Confido nei magistrati».
- Il chirurgo: «La sindrome di Eagle si cura facilmente, l'eutanasia è impensabile».