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«Prima del Covid un mio abbraccio costava 1.000 euro». In Giappone spariscono anche le perversioni
L'ingresso a Kabukicho nel quartiere di Shinjuku a Tokyo (iStock)

Il Sol Levante da anni affronta il problema della bassa natalità e del numero sempre crescente di giovani che preferiscono il lavoro al sesso. L'unico svago? Le notti nei «quartieri che non dormono mai». Eppure, a un anno dalla pandemia, qualcosa a Kabukicho, il distretto a luci rosse di Tokyo, sembra essersi spento per sempre. E le perversioni diventano virtuali.

  • L'Emilia Romagna sul podio delle regioni con più sexy shop. Il settore cresce del 2,3% ogni anno. In tutta Italia, a fine 2018, presenti 323 negozi e poi c'è l'ecommerce.
  • Vince l'estetica: i vibratori diventano oggetti d'arredo. Luka Matutinovic, global marketing director dell'azienda svedese Lelo: «In questo momento, c'è un trend verso device molto più hi tech e rivolti alla coppia».
  • Sex Sade è il primo negozio di Milano a proporre, tra i banchi di biancheria intima, prodotti destinati al rapporto a due.
  • Oltre il 40% dei giapponesi tra i 18 e i 32 anni è vergine. In un Paese ipermoderno, dove robot e intelligenza artificiale sono all'ordine del giorno, il sesso rimane un tabù. Viaggio all'interno di M's, il centro commerciale più grande al mondo che vende solo giochi erotici.

Lo speciale contiene quattro articoli.

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