Blasfemia Piazza Sempione: «Le femministe attaccano violentemente una donna e proprio oggi»
«Femministe contro la statua di una donna l'8 marzo! É la festa di tutte le donne o di chi decidono loro? Al centro di Piazza Sempione c'è una donna che è attaccata da altre donne proprio oggi 8 Marzo, Festa di tutte noi. Si chiamava Maria. Femministe e centri sociali illiberali e violenti contro chi dicono di difendere hanno mostrato all'uscita della messa l'immagine blasfema di una Madonna a forma di vagina. Ma si rendono conto di quello che fanno? O sono oramai persi nell' ideologia? Ma le donne poi, sarebbero solo la propria vagina?» ha dichiarato Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita e Famiglia onlus, contro la manifestazione blasfema avvenuta a Piazza Sempione, a Roma.
«Siamo vicini al parroco, accusato ingiustamente di omofobia per aver difeso la presenza di questa statua nella piazza. La donna ridotta ai suoi genitali non è quello che combattevamo tutti insieme?» ha continuato Ruiu.
«Una giornata che dovrebbe vedere al centro delle migliori attenzioni le donne si è trasformata in una giornata di vera e propria violenza. Per non parlare dello sciopero che oggi colpisce Roma, dai trasporti agli asili nido. Un'altra vera e propria aggressione alle famiglie, alle donne, che oggi come me si dovranno arrangiare con taxi o organizzandosi il lavoro in maniera diversa. Grazie al progressismo andiamo forte in retorica e demagogia, ma i diritti di tutti e di noi donne non sono affatto difesi né tutelati» ha concluso Ruiu.
Così recitano i manifesti di Pro Vita & Famiglia nel giorno della Festa della Donna, uno slogan volutamente politicamente scorretto e neo-femminista che vuole scatenare una seria riflessione sul ruolo delle donne oggi. In una nota Francesca Romana Poleggi, membro del direttivo della Onlus che ha organizzato il Congresso delle Famiglie di Verona, ha voluto sottolineare l'importanza «della vera battaglia delle donne per le donne: poter crescere un figlio senza rinunciare al lavoro oppure da casalinghe, perché c'è uno Stato che ha cura dei nuclei familiari e li tutela. Non siamo bestiole rare che hanno bisogno di essere festeggiate: non abbiamo bisogno dell'8 marzo per andare a cena fuori con le amiche». Poleggi ha poi denunciato: «Ci hanno fatto credere che la contraccezione, il divorzio e l'aborto servissero a renderci più libere ed emancipate, ma non ci hanno mai detto degli effetti collaterali. Diciamo no, grazie: essere emancipate non vuol dire svilire la nostra dignità». Maria Rachele Ruiu, mamma del secondo figlio da pochi giorni e anche lei membro del direttivo Pro Vita & Famiglia, ha precisato ancora: «Non siamo generose se affittiamo il nostro utero per far crescere un bambino da consegnare ad altri, né se vendiamo il nostro corpo per gli altri. Questa non è libertà, sono abusi inaccettabili: è la nuova schiavitù e lo dico alle femministe di 'Non una di Meno' che difendono l'utero in affitto e sex working e di fatto vorrebbero censurare le tantissime donne che la pensano diversamente da loro». Per Ruiu «gli uomini non sono nemici, ma i nostri migliori alleati, anche nella giustissima lotta contro le violenze. La nostra difesa e libertà non possono passare da un indottrinamento ideologico schizofrenico che da una parte ci mette in continua contrapposizione con loro, dall'altra ingiuria chi afferma che solo le donne possono partorire (o avere le mestruazioni)». Pro Vita & Famiglia, nel giorno dell'8 Marzo, mette in guardia da «chi vuole liberare le donne dallo stereotipo della moglie devota e della madre affettuosa, salvo poi sbatterle mezze nude in tv, al cinema, sui giornali, come pezzi di carne in vendita» e ribadisce «il diritto delle donne di essere liberate da questa propaganda e di coltivare un'alleanza leale e paritetica con gli uomini».