Siccità, quanti buchi nell'acqua. Tubi colabrodo e veti ecologisti: i nostri errori

Siccità, quanti buchi nell'acqua. Tubi colabrodo e veti ecologisti: i nostri errori
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  • Non è solo responsabilità dei cambiamenti climatici se la grande sete ci flagella. Metà delle risorse idriche non arriva a destinazione, i serbatoi perdono, tante dighe sono incompiute, solo l’11% delle piogge è recuperato. Un quarto degli acquedotti ha oltre 50 anni. Dal 1860 si parla di sfruttare il fiume Enza: i lavori partirono nel 1988 ma gli animalisti fermarono tutto. Preferiscono tutelare le nutrie.
  • «I soldi del Pnrr? Sono insufficienti. E preparatevi: le tariffe aumentano». Il direttore di Utilitalia Giordano Colarullo: «Decenni di scarsi investimenti perché ritenuti secondari. Ora arrivano 3,5 miliardi ma ne servono 11».
  • «Invasi pieni, ma si irriga con il contagocce». Il presidente dei coltivatori di Catania Andrea Passanisi: ortaggi a rischio per mancata manutenzione.
  • «Non escludo che qualcuno lucri sulle condutture che perdono». Il direttore Anbi Massimo Gargano: «La capacità dei bacini è ridotta perché nessuno pulisce i fondali».

Lo speciale comprende quattro articoli.

Edicola Verità | la rassegna stampa del 3 febbraio

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 3 febbraio con Flaminia Camilletti

«Il rimpatrio di Almasri è sacrosanto»
Paolo Cirino Pomicino (Ansa)
L’ex ministro dc Paolo Cirino Pomicino: «Si chiama ragione di Stato, rischiavamo di essere invasi da centinaia di migliaia di migranti. Oggi la politica è subalterna ai pm, bisogna separare le carriere. Il nuovo centro di Prodi? È una sciocchezza».
Grande fratello alla Procura di Roma. Spiati e intercettati pm e finanzieri
Il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi (Imagoeconomica)
Per una sospetta fuga di notizie, messi sotto inchiesta con captazioni ambientali gli uomini delle Fiamme gialle che lavorano con gli inquirenti. Risultato: «ascoltati» anche tutti i magistrati che passavano di lì. Ecco i retroscena di un caso mai raccontato.
Mattarella tace sulle toghe fuori controllo
Sergio Mattarella (Imagoeconomica)

La storia che Giacomo Amadori racconta oggi sulla Verità è un effetto collaterale di un sistema fuori controllo. Apparentemente non c’è nulla di incredibile nell’indagare anche chi ricopre funzioni di polizia giudiziaria: pure tra le forze dell’ordine ci sono mele marce. Ma l’aspetto sorprendente dell’indagine avviata dal procuratore capo di Roma, quel Francesco Lo Voi al centro delle polemiche per aver iscritto il premier nel registro delle notizie di reato, è che oltre ad aver messo sotto controllo tutti gli uomini della Guardia di finanza distaccati presso la Procura, sospettandoli di aver violato il codice, l’alto magistrato ha lasciato che venissero intercettati indirettamente alcuni suoi colleghi.

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