Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande. Parto da questa citazione di Adriano Olivetti perché è stato forse il primo, più grande, rivoluzionario d’impresa italiano. In questo podcast abbiamo provato a disegnare i ritratti di altri uomini e donne, viventi e non, che hanno lasciato il segno sulle pagine delle storia economica di questo Paese. Alcuni esprimendo un potere di lunga durata, altri portando la direzione di un intero settore produttivo verso la modernità. Quasi tutti hanno avuto grandi maestri ma pochissimi allievi. Una generazione senza eredi, solisti spesso irripetibili. Hanno vissuto da dentro il succedersi dei principali fatti dell’industria e lo sviluppo delle tecnologie più avanzate che hanno caratterizzato la vita economica e sociale dell’Italia. Hanno gestito i successi e i grandi passi avanti compiuti ma hanno anche conosciuto le conseguenze della nostra debolezza strutturale in aree strategiche. Ritratti racconta le storie di personaggi visionari capaci di fare, di realizzare strategie, di convincere sé stessi prima degli altri, di giocarsi la scena per un’idea, di preoccuparsi del dopo e non del prima. Imprenditori, manager, banchieri. Italiani e italiane che, impiegando capitali propri o gestendo capitali pubblici, con metodi, risultati e principi diversi, hanno costruito nei quasi 80 anni della Repubblica un sistema industriale, che pur tra alti e bassi ha collocato l’Italia tra i dieci Paesi più ricchi del mondo. Perché se l’economia è il motore della storia, l’uomo è il motore di entrambe.
Ansa
La Commissione Ue ha aperto un’inchiesta contro il social network per presunta violazione della legge sui servizi digitali dopo la vittoria del filorusso Călin Georgescu.
Alessandro Gabrielloni esulta sotto la curva dei tifosi lariani (Getty Images)
L’attaccante, fra i meno pagati della lega, ha segnato in ogni categoria per i lariani.
(IStock)
È vocabolo dell’anno, che il buonismo woke ha svuotato di senso. In primis perché non siamo tutti uguali, il Della Casa insegna.
Lo ha dichiarato l'eurodeputata della Lega Anna Maria Cisint alla vigilia del Summit Europeo con i Balcani Occidentali, commentando la situazione del racket dei migranti provenienti dalla Bosnia e diretti nel Nord Est Italia.