Ritratti | Bazoli, il papa laico della finanza

Il nono podcast di Ritratti è dedicato a Giovanni Bazoli. Nanni per gli amici. E’ stato il dominus della prima banca italiana, Intesa Sanpaolo, di cui è ancora, dall’aprile 2016, presidente emerito. E ha incarnato - se non ispirato - il ruolo di banchiere di sistema, o di power broker come dicono gli americani. Nato a Brescia il 18 dicembre 1932, si laurea in giurisprudenza alla Cattolica di Milano e proseguirà la carriera accademica fino al 2003 come docente di diritto amministrativo e diritto pubblico. Ma il suo destino è un altro: diventare uno dei protagonisti della finanza italiana dagli anni Ottanta a oggi. La svolta risale infatti all’agosto del 1982, quando il crac da 1.500 miliardi di lire del Banco Ambrosiano, che raccoglieva le finanze di Ordini religiosi e di grandi famiglie lombarde, giunge al suo epilogo con la drammatica e misteriosa morte del banchiere Roberto Calvi, trovato impiccato sotto al ponte dei Frati Neri di Londra. Il ministro del Tesoro dell’epoca, Nino Andreatta, d’intesa con il governatore di Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi, chiede a Bazoli di prendere il timone del Nuovo Banco Ambrosiano che dovrà nascere dalle ceneri dell’istituto in liquidazione coatta. Il primo passo sarà la fusione con la Banca Cattolica del Veneto che darà vita all’ Ambroveneto, ma è solo l’inizio di una completa trasformazione del sistema bancario italiano di cui Bazoli diventerà l’orologiaio sempre pronto a cambiare gli ingranaggi arrugginiti che inceppano il meccanismo. Questa è la sua storia. Buon ascolto.

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  • Colonne sonore: Giacomo Puccini - Coro a bocca chiusa (Humming Chorus) from Madame Butterfly; Rossini - Il Barbiere Di Siviglia, Largo al factotum, Synopsis; Mozart - Piano Sonata No 11 A major K 331 (Daniel Barenboim); Giacomo Puccini - Un bel di vedremo (Instrumental) - Madama Butterfly, Act II Aria
Ritratti | Mincato, il traghettatore dell’ Eni

Vittorio Mincato è l'uomo che ha riportato l'Italia fra le grandi del petrolio, quarant’ anni dopo Enrico Mattei. Al suo nome si lega infatti l'approdo di diritto dell'Eni nel gotha delle major energetiche.

Ritratti | Mademoiselle Coco Chanel, storia di un'icona rivoluzionaria

Gabrielle “Coco” Chanel è stata "una delle due donne più influenti del XX secolo”, scrisse con una punta di esagerazione George Bernard Shaw, affiancando la creatrice di moda alla scienziata Marie Curie. Non c’è dubbio che Coco Chanel abbia rivoluzionato il mondo della moda, un settore maturo, riluttante al cambiamento e dominato dagli uomini, in una epoca in cui il ruolo delle donne soprattutto negli affari era visto con sospetto, se non con disdegno.
Chanel è stata oggetto di biografie e di innumerevoli analisi per il suo contributo alla moda e al costume. Raramente però è stato analizzato il suo percorso imprenditoriale. Alcune cifre bastano a ricapitolarne le tappe: partita da un’esperienza in un negozietto di provincia, avviò la sua prima attività poco più che ventenne come designer di cappelli nel 1909. Sette anni dopo, guidava già un’impresa con tre negozi e centinaia di dipendenti. Nel 1931 gli atelier erano 26 e i dipendenti oltre 2.000, con un giro d’affari da 120 milioni di franchi (pari a circa 60 milioni di euro, la cifra più alta allora di tutto il settore dela modo parigino). Nel 1935 il fatturato era quasi raddoppiato e i dipendenti erano 4.000. Tra l’altro, per prima Coco aveva intuito l’importanza di associare alla couture profumi e accessori, che si riveleranno poi un’importante fonte di finanziamento di tutto il business e che oggi per molte aziende del settore rappresentano la quota principale delle entrate.
Se le cifre parlano da sole, le ragioni di questo successo sono state raramente investigate in modo scientifico. Quali sono le condizioni che possono portare una outsider come Coco Chanel al successo, contro ogni aspettativa? I fattori cruciali individuati da due studiosi del Dipartimento di Scienze aziendali dell’Università di Bologna, della BBS e uno della NYU Stern School of Business sono tre: la sua esperienza, appunto, di outsider, non legata alla concezione dominante e agli schemi dell’alta moda parigina del tempo; la capacità di networking con esponenti dell’alta società di Parigi ma anche con l’avanguardia artistica che gravitava attorno alla capitale francese; un contesto in grande evoluzione, con i profondi cambiamenti imposti dalla Prima guerra mondiale, alla moda, ai costumi, al ruolo delle donne nella società.
Questo podcast di Ritratti racconta la sua storia. Buon ascolto.

Ritratti | Cosimo de' Medici, il primo banchiere sceso in politica

Cosimo de' Medici è stato il primo banchiere sceso in politica. Noto anche come Cosimo il Vecchio, nasce il 27 settembre del 1389 a Firenze da Giovanni di Bicci de' Medici e Piccarda Bueri. Giovanni era un banchiere di successo e il fondatore del Banco Medici, la banca che sarebbe diventata una delle più potenti d'Europa. Firenze era uscita con le ossa rotte dal fallimento dei Bardi e dei Peruzzi e c’era bisogno di qualcosa che in qualche modo rimpiazzasse quelle che erano state le più grandi banche del Medioevo. Nel 1397 i Medici fondano quindi il nuovo banco che introdurrà una nuova forma societaria, molto simile a quella che oggi chiamiamo holding.


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Ritratti | Susan Wojcicki, lady Google

Google è stato ideato nel garage di Susan Wojcicki che lo aveva affittato a Larry Page e Sergey Brin i fondatori della Big G. Susan, sedicesima dipendente di Google ha suggerito l'acquisizione di YouTube e ne è diventata CEO nel 2014.

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