«Brooks Brothers è ripartita con un’anima italiana»

«Brooks Brothers è ripartita con un’anima italiana»
Brooks Brothers per Pitti
  • Dopo essere passato a Claudio Del Vecchio, il marchio americano ha riservato più attenzione alla linea donna. E ora festeggia con nuove aperture.
  • «Collaboriamo con le scuole di moda per un futuro sostenibile». Così anche il Consorzio Detox si prepara al Pitti.
  • La manifestazione fiorentina al via a giugno. Attesi 1.220 espositori e 19.000 visitatori. Quasi la metà arriva da Paesi stranieri.

Lo speciale contiene tre articoli.


Nel 2018 ha compiuto 200 anni ma non li dimostra. Anzi. Basta il nome Brooks Brothers per pensare a una moda contemporanea e, allo stesso tempo, per evocare un'America con un certo stile. I prodotti più iconici del marchio, dalla camicia button down al blazer blu con i bottoni dorati, sono stati indossati dai Rockefeller, dai Vanderbilt e dai Kennedy, le grandi famiglie dell'aristocrazia americana. Per non parlare di Rodolfo Valentino, Clark Gable, Cary Grant, Fred Astaire e ben 40 dei 45 presidenti degli Stati Uniti. Senza dimenticare il look impeccabile di Leonardo DiCaprio ne Il Grande Gatsby.

Il debutto avvenne nel 1818 con una piccola merceria a Manhattan. La bottega degli esordi si chiamava solo Henry Brooks, per l'arrivo dei «Brothers» si dovette attendere il 1850, quando il negozio passò ai quattro figli maschi dopo la morte del fondatore. Nel 2019 si celebrano i 40 anni di presenza in Giappone, che verranno onorati con una grande sfilata evento a Tokyo il 23 maggio.

«L'anno scorso abbiamo festeggiato il bicentenario della nostra azienda, una tappa estremamente significativa», spiega Luca Gastaldi, amministratore delegato Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) del marchio, «non esiste nel mondo della moda un altro brand tanto longevo quanto il nostro».

Per Brooks Brothers cosa rappresenta il Giappone?

«Questa sarà la prima sfilata di Brooks Brothers nel Paese del Sol Levante, la terza in tutta la storia del marchio. Il Giappone è un Paese che apprezziamo molto per il suo mix dinamico di cultura, tradizioni e innovazione e rappresenta per noi il mercato internazionale più importante: basti pensare che pesa per il 12-13% sul nostro fatturato, quasi la metà del mercato internazionale (30% del fatturato totale), che include oltre al Giappone anche l'Emea, la Corea, l'Asia e l'America Latina. Dunque siamo molto orgogliosi di avere in questo Paese una storia fortunata e lunga: il primo flagship store è stato quello di Aoyama, aperto nel 1979».

Cosa è cambiato dopo l'acquisizione nel 2001 di Claudio Del Vecchio?

«In questi 18 anni il brand è stato riportato sui binari e ha assunto un ruolo basato sulla cultura del prodotto e del rapporto con la clientela. Prima del suo acquisto il marchio Brooks Brothers era stato svilito, aveva abbassato il suo posizionamento e tutti i pilastri fondamentali che avevano costituito il successo di questa azienda erano stati trascurati. Il mestiere di Del Vecchio e l'imprinting che ha dato con tutte le persone che hanno lavorato con lui hanno rifocalizzato il marchio. Qualità, ricerca, sviluppo e capacità di dare al nostro prodotto un giusto rapporto qualità prezzo sono i dogmi che ci guidano in tutto quello che facciamo. L'obiettivo è ancora quella del fondatore. Parlò per la prima volta di un concetto probabilmente all'epoca astruso che era quello di “fair profit". I fratelli Brooks si posero l'obiettivo di produrre solo capi di qualità, perseguendo un profitto equo, e di venderli a chi fosse davvero in grado di apprezzarne il valore. Quel principio oggi equivale alla missione aziendale del gruppo, amato negli Stati Uniti e distribuito in tutto il mondo. È una visione imprenditoriale che è rimasta intatta».

Quali sono i vostri punti di forza?

«La fortissima focalizzazione su prodotto intesa come ricerca, sviluppo, innovazione, standard qualitativi e grande attenzione al cliente. Tutto quello che facciamo avviene pensando al consumatore finale».

Qual è il vostro capo più venduto?

«In termini di volumi sempre la camicia, che la fa da padrone».

Sono i arrivo nuove aperture a Londra e negli Usa.

«Soprattutto in America non siamo passati indenni da questa crisi epocale e drammatica che ha coinvolto tutto il settore dei negozi, però Brooks Brothers è l'unico brand americano che nell'ultimo anno non ha chiuso punti vendita. Tuttavia non significa che non ne chiuderemo in futuro né che non ci saranno cambiamenti. La prova che continuiamo a credere nella vendita al dettaglio è proprio l'apertura a Hudson Yards, il progetto più significativo che è stato realizzato negli ultimi dieci a anni a New York. È stato costruito un quartiere intero dove si trovano residenziale, terziario e un centro commerciale meraviglioso. Per noi che nasciamo a New York e siamo parte degli Stati Uniti era irrinunciabile avere un negozio in quel luogo. E abbiamo inaugurato un nuovo concept store che è stato creato lo scorso anno. Presto arriveranno i primi monomarca in Cina».

Nuove collaborazioni?

«Prosegue ormai da cinque anni quella per la collezione donna con lo stilista Zac Posen. Anche questo un fatto epocale perché l'azienda non aveva mai avuto un designer. È un matrimonio che funziona con uno dei più talentuosi stilisti americani. Il settore donna cresce più che proporzionalmente rispetto all'uomo. Da tre anni, poi, collaboriamo con Riccardo Pozzoli sui progetti di comunicazione digitale, in particolare sui social e su Instagram. C'è una forte assonanza tra il brand e Pozzoli, influencer e giovane imprenditore attento a tematiche sociali, basti pensare al suo rapporto con l'Unicef: è un ottimo testimonial. Le affinità ci hanno portati a ragionare sulla possibilità di creare dei capi e da qui nasce una capsule collection formata da tre camicie riconoscibili da un ricamo sul polsino. Parteciperà come nostro ambasciatore alla Mille Miglia all'interno della scuderia Franciacorta».

Pitti ospita la sfilata di Ferragamo e il debutto di Armani

Più ricco di così non si poteva. Il Pitti uomo in programma dall'11 al 14 giugno a Firenze porterà una valanga di eventi. La manifestazione dedicata all'abbigliamento per lui più prestigiosa al mondo mantiene intatto il suo primato grazie anche al lavoro indefesso di Claudio Marenzi, presidente del Pitti e di Confindustria moda, Raffaello Napoleone, ad, Agostino Poletto, direttore generale, e Lapo Cianchi, direttore comunicazione. Ecco i numeri: 1.220 espositori, di cui 549 esteri (il 45%) e 230 tra nomi nuovi e rientri. Attesi in Fortezza da Basso circa 19.000 buyer, di cui oltre 8.000 stranieri.

«Sul fronte estero si confermano i principali Paesi di riferimento, tra cui Giappone, Germania, Regno Unito, Cina, Corea e Stati Uniti; potrebbe esserci un leggero calo da Francia, Russia e Spagna», ha commentato Napoleone, «oggi il sistema distributivo è un po' in crisi, i retailer stanno diminuendo mentre cresce l'ecommerce, e anche le fiere dovranno tener conto di questo trend evolvendosi di stagione in stagione. Noi lo stiamo facendo, ma non posso ancora rivelare nulla».

Il tema scelto come filo conduttore dei tre saloni estivi di Pitti immagine è The Pitti Special Click: «Una scintilla che produce alchimie sempre diverse», ha detto Poletto, «qualcosa per cui si viene e si continua a venire a Firenze per vedere, conoscere, cercare di capire». Con tanto di set design in Fortezza curato da Sergio Colantuoni.

Quest'anno Pitti uomo festeggerà i 30 anni della nascita del brand Pitti immagine, celebrati con la mostra Romanzo breve di Moda Maschile (11 giugno-29 settembre) al Museo della moda di Palazzo Pitti. L'esposizione, curata da Olivier Saillard, ripercorre tre decenni di moda maschile dal 1989 a oggi, attraverso 150 outfit donati da circa 90 brand. Karl Lagerfeld sarà ricordato con una performance firmata dall'artista di strada britannico Endless, che dipingerà il suo ritratto all'interno di un'installazione di 5 metri per 9 collocata al centro del salone. Il dipinto sarà riprodotto su 50 T shirt prodotte in serie limitata, che saranno commercializzate durante la fiera.

«Uno dei principali eventi di questa edizione, martedì 11 giugno, sarà la presentazione della collezione uomo primavera estate 2020 di un brand fortemente legato alla città di Firenze, Salvatore Ferragamo, che ha appena ottenuto l'autorizzazione a sfilare in piazza della Signoria, dove tra l'altro ha recentemente sponsorizzato il restauro della Fontana del Nettuno», ha annunciato Napoleone. «Inoltre, siamo molto felici di confermare l'appuntamento del Gucci garden, che inaugurerà il nuovo allestimento all'interno dello storico Palazzo della Mercanzia».

Grande attesa anche per la prima sfilata ufficiale di Cr runway, organizzata da Carine Roitfeld per celebrare il novantesimo anniversario di Luisaviaroma con tanto di performance di Lenny Kravitz, che si esibirà di fronte a circa 3.000 ospiti.

Tra gli altri appuntamenti da segnare in agenda, The Woolmark company con Luna rossa Prada Pirelli team e il debutto di Giorgio Armani, che sarà per la prima volta a Pitti con la linea ispirata allo streetwear A|X Armani exchange, nello stesso spazio che accoglierà il brand Emporio Armani junior durante Pitti bimbo.

«Givenchy presenterà il nuovo corso della griffe e la prima sfilata della collezione uomo firmata da Clare Waight Keller, in una location non ancora rivelata. Il fatto che un gruppo come Lvmh abbia scelto Firenze per lanciare una nuova linea fuori da Parigi è sintomatico del valore di Pitti uomo», ha detto Lapo Cianchi. Due gli eventi organizzati in collaborazione con Camera moda: i dieci anni del marchio Msgm fondato da Massimo Giorgetti e il lancio della collezione maschile del designer Marco De Vincenzo.

Marenzi ha commentato i dati preliminari registrati dal settore nel 2018, che ha visto una crescita complessiva del 3,3% e, in particolare, del 2,1% per quanto riguarda il comparto tessile e moda (escludendo gli accessori). Il giro d'affari dovrebbe attestarsi a circa 55,2 miliardi di euro.

«La crescita è stata trainata soprattutto dai Paesi extra Ue; verso la fine dell'anno si è registrato un rallentamento dell'Europa, con in particolare un segno negativo dopo anni per Germania e Spagna, che prevediamo continuerà nel 2019. Segnali positivi sono arrivati da Stati Uniti, Cina e Corea del Sud; è tornato a crescere il Giappone, stabile negli ultimi anni, mentre si è assistito a una nuova flessione della Russia. Il 2019 dovrebbe rimanere in linea con l'anno precedente».

A Firenze sta per andare in scena la moda sostenibile

Sarà la Corte della Palazzina Reale di Firenze a ospitare la presentazione dellecinque collezioni eco-friendly durante la settimana di Pitti Immagine Uomo 96. I riflettori si sono già accesi sullo shooting fotografico per le cinquecapsule collection «The Time is Now!» realizzate dall'Istituto europeo di design insieme al Consorzio Italiano Implementazione Detox - CID e Greenpeace Italia. Dopo il lancio di «The Time is Now!» a gennaio 2019, il progetto ha raggiunto la fase conclusiva e le collezioni sono pronte per essere fotografate e presentate. Il lavoro è stato portato avanti da un gruppo di 15 creativi, selezionati fra gli studenti IED del 3° anno dei Corsi di fashion design e Fashion stylist delle sedi di Milano, Roma, Firenze, Torino e Como. Il gruppo, con la Direzione Creativa di David Parisi e Alessia Crea, ex studenti Ied e co-fondatori del brand Casamadre, è stato guidato in un primo workshop creativo e poi nelle fasi di sviluppo e finalizzazione dei capi.

Sono nate così le cinque collezioni moda uomo: DIVISI di Marcello Pipitone, Martina Modenese e Violetta Gancia; Human Trace di Lidia Vigna, Erica Pepe e Tatiana Ciardo; Oddly Beautiful di Minhae Ha, Zicen Zhang e Francesco Saverio Costanzo; Parcae di Andrea Luisa Berger, Cecilia Fefe e Rom Uzan e Puru Puru di Vittoria Xerra, Federica Murgia e Veikko Seppala. Le collezioni sono state realizzate con i tessuti forniti dalle aziende impegnate in detox e selezionate per i processi attenti all'ambiente a partire dall'eliminazione delle sostanze pericolose dai propri cicli produttivi, secondo i principi detox di Greenpeace; molti di questi tessuti inoltre sono stati prodotti utilizzando materiale riciclato. Le aziende del Consorzio che si sono rese disponibili per fornire i propri prodotti sono Be.Mi.Ve, Berto Industrie Tessili, Candiani Denim, Emmetex, Filati Biagioli Modesto, Furpile idea, Industria Biagioli, Industria Italiana Fialti, Lanificio Mario Bellucci, Marini Industrie, Miroglio Group e Texmoda Tessuti. «Come gruppo di aziende impegnate per un tessile sostenibile e innovativo riteniamo fondamentale lavorare insieme alle scuole di moda per far crescere le conoscenze sulle metodologie produttive che integrino i principi di sostenibilità e di economia circolare come elementi imprescindibili» spiega Andrea Cavicchi, presidente del Consorzio Detox. «Siamo convinti che il tema della progettazione sostenibile possa essere un importante pilastro per la formazione dei giovani designer e questo progetto con Ied sta facendo emergere un grandissimo interesse da parte dei docenti e dei giovani designer. Le aziende del nostro consorzio, che ringrazio, stanno contribuendo al progetto molto attivamente, mettendo a disposizione i loro prodotti e la loro esperienza produttiva, affinché si possa finalmente progettare capi o accessori realmente ecosostenibili».

Pitti

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