The Donald vince perché dice no alle guerre e alla cancel culture

The Donald vince perché dice no alle guerre e alla cancel culture
Donald Trump (Getty Images)
L’America profonda fatta di classe media e operai incorona ancora una volta il tycoon. I progressisti sono già pronti ad accusare gli elettori di razzismo senza rendersi conto che vogliono solo un Paese normale.
I ROSICONI
Elly Schlein, Mario Monti, Paola De Micheli e Nicola Fratoianni (Ansa)
Travasi di bile dopo il viaggio della Meloni. Schlein blatera. Fratoianni: «Ha fatto la cameriera». Secondo Monti doveva accusare il tycoon di tirannia. Tutto per non riconoscere il suo successo.
Giuseppi, Schlein, i Gruber boys e Renzi fanno a gara a chi denigra di più
Giuseppe Conte (Ansa)
Reazioni scomposte a sinistra dopo l’incontro tra Meloni e Trump: per la Boldrini è «la saldatura tra destre oscurantiste».
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Per il progressista «Nyt», il presidente del Consiglio potrà essere il ponte tra Bruxelles e Washington. La Cnn: «Sono anime affini». Il «New York Post»: «Benvenuta Europa».
«Ora possiamo accordarci sui dazi. Penso che l’Occidente ripartirà»
L'europarlamentare di Fratelli d’Italia, co-presidente dei Conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini (Imagoeconomica)
L’europarlamentare di Fdi, Nicola Procaccini: «Il vero bersaglio di Trump non è l’Europa ma la Cina».
Le Firme

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