Parole Testarde | Le crypto valute secondo Émile Zola

Lehman Brothers, Ftx, Svb, Crédit Suisse... ogni volta pensiamo che sia una storia nuova ma siamo sempre lì: bolle che scoppiano, più o meno velocemente, più o meno grandi, con più o meno danni, con l’odiato Stato a tappare i buchi. Il canovaccio del capitalismo finanziario è molto più antico e ripetitivo di quel che sembri, anche se ci sono di mezzo i tempi fulminei e la tecnologia più avanzata ad alterare solo apparentemente la trama.
Uno degli ultimi botti - in effetti spettacolare per rapidità del crollo - è quello che ha investito, nel 2022, Sam Bankman-Fried (Sbf), il supernerd delle cryptovalute che dal nulla diventa un genio riverito e seduto su pile di milioni e milioni di dollari. I vip accorrono a frotte per spiegare quanto sia finalmente a portata di mano il sogno di cambiare il mondo per il meglio (più green, più etico, più sostenibile) guadagnandoci pure. Tutto, letteralmente, già scritto a fine XIX secolo. Émile Zola, genio della letteratura francese e non solo, in un libro non tra i più noti, ha raccontato questo eterno circo ne Il denaro. Non aveva bisogno di conoscere i riccioli di Sbf, né i rovesci della banca della Silicon Valley. Si è limitato a raccontare l’ascesa e il crollo della Banca Universale di Aristide Saccard, del suo sogno acchiappa-denari di convogliare i capitali necessari a dotare il Medioriente di infrastrutture «occidentalizzanti». Finirà - nel romanzo - come non poteva non finire. E sotto a chi tocca, ogni volta come se fosse la prima.

Landini vaneggia sul governo e sobilla: «Rivoltiamo il Paese come un guanto»
Le bandiere della Cgil per le strade di Bologna (Ansa)
Il capo della Cgil parla di «svolta autoritaria» e alle piazze mezze vuote urla che l’esecutivo «non rappresenta la maggioranza dell’Italia». Un inno alla rivolta sociale e alla violenza, da cui Elly Schlein & C. non si dissociano.
Gli italiani licenziano Landini
Maurizio Landini (Ansa)

Gli stipendi non crescono, però il segretario della Cgil se ne frega: lui fa politica. Nelle piazze semivuote grida che «c’è una svolta autoritaria» e che vuole «rivoltare l’Italia come un guanto». I lavoratori non lo seguono ma qualche facinoroso che ne approfitta si trova. A Torino treni bloccati, scontri con la polizia, bombe carta, foto bruciate. E per l’ex capo della Fiom questo è «un successo».

Sindacati sempre in piazza e mai in fabbrica
Le immagini di Giorgia Meloni e del ministro Guido Crosetto date alle fiamme ieri a Torino (Ansa)
Maurizio Landini ripropone le stesse ricette del passato: cassa integrazione e braccia incrociate. Ma i dossier su cui dovrebbe puntare sono la politica industriale, le nuove tecnologie e la formazione dei dipendenti. Tutti temi ignorati, a scapito dei lavoratori.
Nei ministeri adesioni vicine al 3%. Si arriva fino al 5% nella scuola
Ansa
I sindacati parlano di 500.000 persone in piazza per lo sciopero generale, ma in fabbrica e negli uffici è un flop.
Le Firme

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