Parole Testarde | I dubbi di Alessandro Manzoni sul price cap

«Vanno nella giusta direzione i progressi compiuti nelle ultime settimane, a cominciare dalla decisione di definire un tetto al prezzo del gas, cosa che ha già contribuito alla discesa dei prezzi dell’energia». Persino Sergio Mattarella, l’11 novembre 2022, è caduto nel grande equivoco del price cap. Una pura illusione, che però tutti o quasi hanno finto reggesse per mesi e mesi: da Mario Draghi a Giorgia Meloni, passando per la stragrande maggioranza dei giornali e arrivando fino alla massima carica dello Stato. Peccato che, all’inizio del 2023, la realtà si sia fatta strada: l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia e l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati nella loro prima valutazione d’impatto dall’entrata in vigore del meccanismo di correzione di prezzo non hanno identificato «alcun impatto significativo (positivo o negativo) che possa essere inequivocabilmente e direttamente attribuito all’adozione del tetto».

Fissare un tetto al prezzo quando si è compratori non esclusivi è un’operazione molto complessa, specie se il venditore non è d’accordo. L’abbiamo appreso sulla nostra pelle, salutando sì il calo del prezzo del gas ma per una dolorosa discesa della domanda e per un inverno mite, non per altro. Una dinamica già intuita in tempi non sospetti da un certo Alessandro Manzoni, che raccontando i tumulti per il pane nella Milano seicentesca aveva già detto praticamente tutto quello che c’era da dire.

Mai dire Blackout | Svezia e Germania ai ferri corti sull’energia

Grafite nuovo terreno di scontro Usa-Cina. Momento difficile per le miniere d’oro in Mali. Scontro Svezia-Germania sui prezzi dell’energia elettrica. Fusione Honda-Nissan, più di un'idea.

Salvini al telefono con Pier Silvio: «Rilanciare le riforme volute da Berlusconi»
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Il leader leghista: «L’assoluzione mi ripaga di tante amarezze. Al Viminale ho agito in modo corretto. Tornarci? Per ora no».
Sinistra e vescovi in lutto per Salvini
Matteo Salvini posa dietro uno striscione con la scritta «Il fatto non sussiste» durante un incontro con i cittadini a Roma (Ansa)
Pur di non ammettere la loro disfatta sul caso Open Arms, «Repubblica» e «Avvenire» si inventano di tutto: per Massimo Giannini il ministro «ha perso l’alibi» mentre il quotidiano della Cei (che sembra il «Manifesto») si costerna e intervista il noto teologo Leoluca Orlando.
«Avvenire» resta sulla linea Casarini e si affida al «compagno» Orlando
Leoluca Orlando (Ansa)
Il giornale della Cei rosica per l’assoluzione di Matteo Salvini sul caso Open Arms e dà voce all’eurodeputato amico di Ilaria Salis.
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