Parole Testarde | Alice «woke» nel Paese delle meraviglie

I grandi racconti di Alice sono ovviamente anche bellissime storie per bambini. Ma un ulteriore piano di lettura apre a un livello differente, in cui Lewis Carroll fa decisamente un discorso «per grandi». Nel seguito del suo libro più noto, il grande scrittore – siamo nel 1871 – parla profeticamente delle battaglie woke, estrema propaggine violenta del politicamente corretto. L’ansia di non ferire la suscettibilità, il furore di emendare storia, cultura e arte da elementi impuri od offensivi, sono sì il segnale di una cultura occidentale allo stadio terminale, ma anzitutto i figli di una tentazione fenomenale: quella di combattere sul linguaggio una battaglia per dominare la realtà. Abbattere le statue, ripulire i racconti di Roald Dahl, cacciare i professori che si permettono di dire che i sessi sono due, registrare i cosiddetti figli di coppie omogenitoriali, sono varie manifestazioni di una guerra di potere in cui la parola punta a definire e sostituire il mondo per determinarlo. E Humpty-Dumpty, l’uovo parlante con cappello, braccia e gambette, nel suo dialogo paternalista con la piccola Alice fa esattamente questo: cerca di dominarla piegando le parole a significare quel che decide lui. «Naturalmente non puoi capire, finché non te lo spiego», dice. La bambina, che scema non è, si accorge che qualcosa non torna e chiede: ma il problema è se le parole possano avere diversi significati. E costringe Humpty a un momento di perfetta sincerità: «Il problema è chi comanda, tutto qua».

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  • La Ue dimostra di non avere né un centro di comando né una strategia. E questo vale per il commercio come per la Difesa (in Africa, Parigi e Roma hanno obiettivi opposti). L’Italia deve puntare sul negoziato bilaterale.
  • Riconsegnate a Nuova Delhi diverse «risorse»: è il rimpatrio più lontano finora effettuato dall’amministrazione appena insediata. El Salvador accetta di prendere in carico irregolari e pure detenuti con cittadinanza americana in cambio di cooperazione nucleare.

Lo speciale contiene due articoli.

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Pechino alza le tariffe su carbone, gas liquido e petrolio e impone restrizioni all’export delle sue materie prime. Ma non le conviene iniziare una vera guerra commerciale.
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