Parole Testarde | Il populismo non esiste

Prima che si parlasse di populismo con i toni da fine del mondo, prima cioè della Brexit e di Trump; prima che il termine passasse a codificare come impresentabile un’intera offerta politica, accomunando anche partiti, movimenti e idee che non c’entravano nulla l’uno con l’altro; prima di tutto questo le istanze alla base del cosiddetto «populismo» erano state perfettamente descritte e indagate da un grandissimo storico, Christopher Lasch. Il suo «La ribellione delle élite», pubblicato in America nel 1995, è un condensato di acume profetico che non squalifica con etichette ma indaga le ragioni profonde del malessere delle nostre democrazie. L’America degli anni Novanta assomiglia molto da vicino a tanti Paesi europei degli anni Dieci: impoverimento del ceto medio, disagio esistenziale, calo di benessere e sicurezza, senso di distanza dai centri di potere reale (le «élite», appunto), crisi delle comunità e dei corpi intermedi, insicurezza diffusa. Oggi l’epiteto «populista» è già passato di moda: paradossalmente, molti dei temi così etichettati sono passati sotto le insegne di partiti «di sistema», complici anche gli anni del Covid: proprio per questo rileggere Lasch permette di tornare alla radice dei problemi e non alla loro superficiale negazione. E di interrogarsi sul ruolo dello stato, delle comunità, sui limiti della democrazia, delle istituzioni sovranazionali e del liberalismo: non per improbabili istinti di ripulsa, ma per capire che, in fondo, il populismo non esiste. E, con ogni probabilità, non è mai esistito.

«I pm volevano far carriera con l’Enigate»
Il presidente del collegio del tribunale di Brescia Roberto Spanó pronuncia la sentenza di condanna per i pm di Milano Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Ansa)
De Pasquale e Spadaro, che devono scontare otto mesi di reclusione per non aver depositato atti favorevoli alla difesa, pensavano di guadagnare prestigio dall’inchiesta sulle presunte tangenti. Nelle motivazioni si legge che l’obiettivo era la Procura Europea.
Musk ha un vero piano per arginare i giudici
Elon Musk (Ansa)
Sul «Wsj», il tycoon e Ramaswamy illustrano il progetto del loro Doge, a partire dal ripristino della supremazia di Congresso e agenzie federali, sotto scacco dei tribunali, fino ai tagli a norme emanate da «burocrati non eletti». Ridotti i fondi a Planned Parenthood & C.
Esiste una soluzione per non ingolfare le Corti coi migranti
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Spostare le competenze in Appello senza creare caos è possibile. I trattenimenti non siano convalidati: basta garantire i ricorsi.
La conferenza sul clima di Baku si sta chiudendo con un «fantadocumento» privo di valore. I Paesi in via di sviluppo chiedono «triliardi» di dollari per la transizione, gli altri offrono spiccioli e non firmano l’assegno.
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