Prima che si parlasse di populismo con i toni da fine del mondo, prima cioè della Brexit e di Trump; prima che il termine passasse a codificare come impresentabile un’intera offerta politica, accomunando anche partiti, movimenti e idee che non c’entravano nulla l’uno con l’altro; prima di tutto questo le istanze alla base del cosiddetto «populismo» erano state perfettamente descritte e indagate da un grandissimo storico, Christopher Lasch. Il suo «La ribellione delle élite», pubblicato in America nel 1995, è un condensato di acume profetico che non squalifica con etichette ma indaga le ragioni profonde del malessere delle nostre democrazie. L’America degli anni Novanta assomiglia molto da vicino a tanti Paesi europei degli anni Dieci: impoverimento del ceto medio, disagio esistenziale, calo di benessere e sicurezza, senso di distanza dai centri di potere reale (le «élite», appunto), crisi delle comunità e dei corpi intermedi, insicurezza diffusa. Oggi l’epiteto «populista» è già passato di moda: paradossalmente, molti dei temi così etichettati sono passati sotto le insegne di partiti «di sistema», complici anche gli anni del Covid: proprio per questo rileggere Lasch permette di tornare alla radice dei problemi e non alla loro superficiale negazione. E di interrogarsi sul ruolo dello stato, delle comunità, sui limiti della democrazia, delle istituzioni sovranazionali e del liberalismo: non per improbabili istinti di ripulsa, ma per capire che, in fondo, il populismo non esiste. E, con ogni probabilità, non è mai esistito.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 2 gennaio con Camilla Conti.
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Strage di Capodanno in Louisiana: un uomo, alla guida di un pick-up «con la bandiera dello Stato islamico», uccide 10 persone e ne ferisce 35. Identificato in Shamsud Din Bahar Jabbar, è un ex militare afroamericano.
Ansa
Rimini, rifugiato accoltella 4 persone. Un carabiniere aggredito lo uccide: indagato. Milano, festeggiamenti «islamici» in Duomo.
A 60 anni dalla sconvolgente uscita di A Love Supreme, Ashley Kahn ci guida alla scoperta del capolavoro di John Coltrane. Il testamento spirituale del leggendario sassofonista che offrì questo album come dono a Dio.