Organizzatori Congresso delle famiglie: «Di Maio ci diffama ancora»
«Ora basta. Medioevo, violenza contro le donne e oggi di nuovo il ritornello delle donne rinchiuse a casa. Lo storytelling di Luigi Di Maio contro Verona continua e nonostante centinaia di agenti siano stati mobilitati nella città di Romeo e Giulietta per colpa dell'odio ideologico che anche i pentastellati hanno scatenato contro di noi, lui continua ad alimentarlo ricoprendo cariche istituzionali che dovrebbero donare senso di responsabilità e rispetto della verità. Ci segnali anche un solo intervento nel Congresso dove si è detto quanto afferma lui, che si può nascondere vigliaccamente dietro l'insindacabilità legata al suo incarico e al fatto che querelarlo sarebbe inutile». Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente del Congresso mondiale delle famiglie e di Pro Vita e Famiglia, si scagliano così contro il vicepremier pentastellato che oggi a Mattino Cinque ha parlato del Wcf Verona come di un popolo che vuole rinchiudere le donne in casa. E aggiungono: «Proprio nei giorni in cui si teneva il Congresso delle Famiglie a Verona, si è parlato di una iniziativa parlamentare del Movimento che punta a portare l'Italia sul percorso intrapreso dalla Svizzera che prevede fino a tre anni di reclusione per i cosiddetti reati di omofobia e transfobia. Fake news come quelle che spaccia costringeranno milioni di italiani come noi alla galera o alle multe? Con qualche soldino pensano di silenziare chi censureranno? Ma noi non abbiamo paura caro Di Maio e segnaliamo che da oggi, anche grazie alle nostre battaglie, i termini madre e padre sono tornati una realtà perché in Gazzetta ufficiale col decreto del Viminale è stato sostituito quello generico di genitori».