Reclute ucraine durante l'addestramento (Ansa)
Campagna social del ministero della Difesa gialloblù per reclutare carne da macello da spedire al fronte: 24.000 dollari l’anno e affitti agevolati ai giovani che s’arruolano.
Le Fiamme gialle e il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata hanno eseguito una vasta operazione di contrasto a gravi reati tributari commessi dalla criminalità organizzata nel Nord Italia e all'estero. 12 le ordinanze di misura cautelare, 300 i militari impiegati.
Al termine di una complessa attività d’indagine diretta dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Brescia, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O) stanno dando esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di 12 soggetti indagati per aver costituito un’associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione di reati tributari.
L’attività si sta sviluppando nelle province di Brescia, Torino, Verona, Reggio Emilia, Modena, Cremona, Milano, Monza-Brianza, Mantova, Varese, Catania e Reggio Calabria, nonché in Spagna e Svizzera, con l’impiego di circa 300 militari, con il supporto dell’Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria, del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia nell’ambito del progetto «I-Can» (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), e delle forze di polizia spagnole e svizzere.
Le società e i soggetti coinvolti, circa 70, nel collaudato sistema di «fatture per operazioni inesistenti» sono inoltre destinatari di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, per un importo complessivo di oltre 8.5 milioni di euro, quale provento delle condotte delittuose investigate.
I provvedimenti sono l’epilogo di complesse attività di indagine -anche transnazionali- avviate a partire dal mese di giugno del 2019, che hanno riguardato l’operatività in territorio bresciano di un’associazione per delinquere di matrice ‘ndranghetista, originaria della provincia di Reggio Calabria, egemone nella zona compresa tra i comuni di Melia di Scilla e San Roberto, al cui vertice stava un soggetto già condannato per associazione di stampo mafioso dal Tribunale di Reggio Calabria.
L’attività investigativa ha permesso di documentare la genesi e l’ascesa del sodalizio che, facendo leva sulla forza di intimidazione che deriva dal vincolo associativo, avrebbe prima danneggiato, quindi sopraffatto e infine estromesso dal giro d’affari connesso alle frodi fiscali un precedente gruppo criminale, che operava dal 2017 nel distretto industriale del Nordest.
In particolare, l’assoggettamento di questo gruppo sarebbe stato realizzato con diverse azioni delittuose, promosse e dirette dai vertici della neo-costituita consorteria mafiosa, quali:
(1) Una finta rapina operata nei confronti di un corriere che aveva ritirato denaro contante per circa 600.000 euro - frutto della monetizzazione delle fatture per operazioni inesistenti - da soggetti cinesi dimoranti nella Chinatown di Milano, avvalendosi in questa circostanza della collaborazione di alcuni sodali interni alla prima associazione.
(2) La sottrazione delle credenziali dei conti correnti accesi in Bulgaria dove gli introiti del crimine venivano dirottati, grazie all'aiuto di una commercialista bulgara e di rappresentati legali delle cartiere estere.
(3) Gravi intimidazioni, perpetrate con l'esibizione di armi da fuoco durante gli incontri con i membri del primo sodalizio, per imporre agli associati di questa consorteria di trasferire l’intero pacchetto di società precedentemente gestite e di assoggettarsi alla nuova associazione di stampo mafioso.
L’attività investigativa complessivamente sviluppata, anche con l’utilizzo di intercettazioni, accertamenti bancari e sequestri di denaro contante per circa 450.000 euro destinato alle cosche reggine ha così consentito di ricostruire lo schema della complessa frode.
In dettaglio, l’associazione di stampo mafioso, dopo aver completamente sostituito la prima consorteria, si è avvalsa di oltre 30 società tra cartiere estere (ubicate in Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Svizzera e Croazia) efiltro italiane che, nel periodo di indagine, hanno emesso fatture per operazioni inesistenti nel settore del commercio delle materie plastiche per oltre 365 milioni di euro in favore di imprenditori compiacenti, localizzati prevalentemente nelle province di Brescia e Mantova.
Sono attualmente in corso molteplici perquisizioni in Italia e all’estero, condotte con il supporto tecnico-operativo dello S.C.I.C.O., l’ausilio di moderne strumentazioni tecnologiche e tre unità cinofile antidroga e «cash dog» per la ricerca di sostanze stupefacenti e contanti, in una cornice di sicurezza garantita anche dall’impiego dei c.d. «baschi verdi», militari con specializzazione A.T.P.I. «Anti Terrorismo - Pronto Impiego» e di un elicottero della componente aeronavale del Corpo.
Il provvedimento - in corso di esecuzione - è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori allo stato acquisiti, pertanto, in attesa della definitività del giudizio, sussiste la presunzione di innocenza.
Continua a leggereRiduci
Donald Trump e Vladimir Putin in un vertice del 2018 (Getty Images)
Patto fra i due leader sull’inizio dei colloqui di pace: «Visiteremo i rispettivi Paesi». Hegseth: «Non torneremo ai confini pre 2014».
2025-02-13
Almasri, Vannacci: «Corte penale internazionale? Baraccone, in 20 anni condanne a 4 persone»
True
Così l'eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, in un'intervista a margine dei lavori della plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.