2025-04-06
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L’operazione Salva Sala è ripartita. Il Sala in questione si chiama Beppe ed è il sindaco progressista di Milano, riserva della sinistra glamour per ogni operazione di alchimia politica, sia che si tratti di un rassemblement ambientalista sia che ci sia da tenere a battesimo l’ennesimo polo centrista.
Sala, poco amministratore e molto social, da due anni è impantanato con uno scandalo urbanistico: centinaia di cantieri che hanno consentito la costruzione di palazzi alti anche 80 metri sulla base di una semplice Scia, cioè di una banale comunicazione di inizio lavori e senza alcuna concessione edilizia. Tutto ciò, con la scusa di progetti di ristrutturazione di vecchi caseggiati: edifici che in qualche caso hanno trasformato garage all’interno di un cortile in grattacieli, senza pagare un solo euro di oneri di urbanizzazione.
Fallita l’operazione di approntare una legge che sanasse le decisioni urbanistiche della giunta milanese, adesso si sta preparando un’altra norma ad personam che salvi la carriera politica di Sala, i costruttori accusati di abusi edilizi e i funzionari comunali sotto indagine per danni erariali (ma alcuni anche per corruzione). Gli argomenti usati per giustificare il nuovo colpo di spugna sono sostanzialmente due. Principalmente si mettono in campo le famiglie vittime di un pasticcio che ha come unici responsabili tecnici e politici del Comune di Milano. Sono oltre 1.500 quelle che hanno investito i propri risparmi in progetti urbanistici abusivi, con cantieri messi sotto sequestro dalla Procura. Le loro proteste e il loro disagio vengono usati per motivare la necessità di trovare una norma che regolarizzi ciò che in regola non è. Ma in realtà, più che nel loro interesse, le proposte di «interpretazione autentica della legge» (così Sala ha rinominato il Salva Sala) mirano a graziare i costruttori accusati di abuso edilizio e i funzionari che dovranno risarcire con il proprio patrimonio i milioni di oneri urbanistici che il Comune di Milano ha perso autorizzando costruzioni senza concessione edilizia. Una storia politica e amministrativa brutta, che si regge sulla colossale bugia che la trasformazione di un edificio a due piani in uno di dodici possa essere classificata come ristrutturazione. Le intercettazioni disposte dai pm hanno dimostrato che gli stessi progettisti erano ben consci che in nessun’altra città d’Italia era possibile costruire nuovi palazzi in questo modo. Altro che interpretazione autentica: solo nel capoluogo lombardo si sono inventati una manovra per sanare un abuso edilizio.
Saltata l’operazione di legalizzazione a posteriori delle costruzioni, a costo zero per gli accusati, ecco però avanzare altre furbate della giunta Sala. La prima consiste in un accordo con la Procura per la revoca del sequestro dei cantieri in cambio di una fideiussione che potrebbe essere escussa a conclusione dell’iter giudiziario. In pratica, i costruttori vincolerebbero in banca una cifra equivalente agli oneri di urbanizzazione non pagati e nel frattempo avrebbero tutto il tempo non soltanto di completare l’opera (senza risarcire l’abuso e i danni), ma anche di escogitare un’altra Salva Sala per uscire puliti e senza costi dalla faccenda. Non si capisce però perché i pm dovrebbero consentire questa «sanatoria». Ancor meno si comprende l’altra furbata, che in presenza di azioni della Corte dei conti per danni erariali nei confronti dei funzionari comunali responsabili di aver approvato tutto ciò, spinge la giunta guidata dal sindaco glamour a far passare una norma che sollevi i dipendenti da ogni risarcimento. Cioè: il Comune subisce un danno, ma lo stesso Comune si fa carico di esentare dall’obbligo di rimborso chi quel danno ha provocato. E quale sarebbe l’interesse pubblico di questo colpo di spugna? Forse il solo interesse è politico, di chi in questo modo intende pensare alla propria carriera.
In realtà, non c’è bisogno di alcuna legge ad hoc, ma solo di rispettare quelle esistenti. Gli imprenditori che hanno commesso un abuso e coloro che lo hanno consentito devono pagare. Vanno regolarizzate le costruzioni con le necessarie autorizzazioni e là dove non si possono mettere in regola vanno abbattute. Punto. I danni vanno saldati e i responsabili condannati. Questa è l’unica interpretazione autentica della legge. Il resto è solo il maramaldo tentativo di un sindaco che le prova tutte pur di non assumersi la responsabilità politica di ciò che è successo.