Minenna «sfrattato» da sede e poltrona

Minenna «sfrattato» da sede e poltrona
Marcello Minenna (Imagoeconomica)
Il governo ha chiesto al discusso dg dell’Agenzia accise, dogane e monopoli di Stato di liberare il lussuoso ufficio di piazza Mastai già oggetto di una costosa ristrutturazione. Ha agito con spirito accentratore e gestito il più grosso affare nel settore del gioco legale.

Quella di Marcello Minenna il potentissimo e controverso direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, nominato a gennaio 2020 dal governo Conte 2, era la poltrona più traballante tra quelle in discussione. E ieri è arrivata la decisione finale di sostituirlo. Quella dei 5 stelle per Minenna, proveniente dalla Consob e consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche (un cavallo di battaglia dei grillini) è una vera e propria fascinazione. L’economista infatti era stato, per pochi mesi, il primo assessore al bilancio della giunta di Virginia Raggi. All’epoca (era il 2016) si era parlato anche di una moral suasion su Minenna da parte di Beppe Grillo in persona, per convincerlo ad accettare l’incarico. E fu sempre Grillo a girare all’armatore Vincenzo Onorato in una chat Whatsapp il contatto di Minenna. La conversazione è agli atti del fascicolo per traffico di influenze aperto dalla Procura di Milano a carico del comico genovese e di Onorato. Vicenda alla quale Minenna è del tutto estraneo, ma a novembre 2021 era emerso che la Procura di Roma indagava su di lui per abuso d’ufficio in relazione a dei presunti sprechi.

Secondo quanto risulta alla Verità, un primo segnale del governo sul futuro di Minenna era già arrivato dalla comunicazione che ha richiesto al dg di Adm di liberare il lussuoso ufficio di piazza Mastai, oggetto nel 2022 di un’importante ristrutturazione. Il solo rifacimento dei bagni del primo piano (in gran parte a disposizione del dg) del palazzo è costato 149.000 euro. L’ufficio di Minenna, collegato a due sale riunioni, è caratterizzato da pavimenti in marmo, stucchi e quadri preziosi alle pareti, divani in pelle rossa. Per un curioso scherzo del destino, ad occupare le stanze da poco liberate da Minenna dovrebbe essere un altro ex assessore al Bilancio di Roma, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, espressione diretta di Giorgia Meloni. Proprio nei giorni scorsi è stato revocato in autotutela un provvedimento relativo alle società che si occupano di scommesse online. Le parole «le segnalazioni vanno prontamente riportate alla direzione generale […] siano esse richieste dell’autorità giudiziaria o della Polizia giudiziaria relativamente a forme di collaborazione di qualsiasi natura, che non siano secretate in qualche modo», pronunciate da Minenna durante una riunione interna di Adm riassumono lo spirito accentratore con cui il cinquantunenne economista originario di Bari ha interpretato il suo ruolo di direttore generale. Per esercitare il controllo sui rapporti del personale dell’Agenzia con l’autorità giudiziaria sono state anche emesse, dure direttive interne, la Liua rag e la Liua rag d, che hanno contribuito al gossip interno all’agenzia sul fatto che Minenna da un lato volesse esercitare un controllo su eventuali indagini in corso sul suo operato e dall’altro di fatto trasformare Adm in una ulteriore forza di Polizia. Entrambe ipotesi che Minenna ha sempre smentito, anche se la seconda è stata alimentata da numerose iniziative. Come la direttiva interna sulla formazione «itinerante» per gli 860 neoassunti, (costata alle casse di Adm 20 milioni di euro e a Minenna un esposto alla Corte dei conti del senatore Emanuele Dessì), firmata da Minenna stesso, dove l’evento promozionale per l’entrata in servizio dei nuovi assunti veniva impropriamente definito, nero su bianco, «giuramento». O come la richiesta di «conferimento qualità di agente di Pubblica Sicurezza» inviata il 23 luglio 2020 da Minenna stesso al prefetto di Roma per i due autisti a sua disposizione «al fine di poter limitare i rischi di incolumità gravanti sulla mia persona e relativi alla mia carica pubblica durante i miei spostamenti e facilitare i miei spostamenti istituzionali e per ragioni di servizio». Nella missiva indirizzata al prefetto Minenna racconta di aver subito «numerosi attacchi, purtroppo non solo mediatici, ma sconfinati in veri e propri atti di intimidazione, che si vanno ad unire a quelli già ricevuti in passato» quando era alla Consob. Nella richiesta Minenna evidenzia un episodio: «Tra i più gravi atti intimidatori perpetrati nei miei confronti vi è stato il furto dei soli fari (“gli occhi”) della mia autovettura, denunciato alla questura di Roma (denuncia del 7 febbraio 2020), con evidente riferimento simbolico/intimidatorio, che risulta vieppiù inquietante in considerazione dal mio ruolo di consulente della Commissioni parlamentari di inchiesta “Antimafia” e “sul sistema bancario”». E pazienza se i gruppi Facebook di quartiere di Roma sono pieni di foto di autovetture a cui, anche in quartieri centrali, sono state sottratte nottetempo le ruote o parti della carrozzeria come appunto i fari per le quali esiste un florido mercato nero. E soprattutto pazienza se nella denuncia, presentata su delega di Minenna proprio da uno degli autisti è scritto che il dg «al riguardo non ha sospetti su nessuno e non è in grado di fornire alcun elemento utile al rintraccio dell’autore del reato», senza alcun riferimento alle minacce ricevute. Grazie ai fari smontati notte tempo dalla Porsche Cayenne di Minenna i suoi due autisti ricevono una pistola di ordinanza e diventano di fatto probabilmente l’unico caso di scorta di un dirigente pubblico che risponde gerarchicamente allo scortato.

È sotto l’egida di Minenna che avviene quello che finora è stato il più grosso affare nel settore del gioco legale: la vendita di Lottomatica scommesse e Lottomatica videolot rete a Gamenet, un affare da circa 900 milioni di euro, che richiede anche il via libera di Adm per il passaggio della licenza alla nuova compagine societaria. L’operazione ha il via a dicembre 2020 e il compratore affida la gestione dell’affare ad un pool di studi legali internazionali di prim’ordine, tra cui Cleary Gottlieb, che segue i profili fiscali e regolamentari dell’affare. Compreso quindi il via libera di Adm al passaggio della licenza alla nuova proprietà, che le società concorrenti contestano, paventando il rischio della nascita di una posizione dominante. A gennaio 2021, mentre la trattativa per Lottomatica è appena iniziata, Cleary Gottlieb si trova a gestire un altro accordo, quello tra la Comunità di Sant’Egidio (che lo studio legale rappresenta pro bono) e Adm relativo ad azioni congiunte a scopo benefico relative a forme di solidarietà sociale e ad azioni di contrasto alla povertà». A seguire la pratica è lo stesso avvocato a capo del team interno allo studio che lavora al dossier Lottomatica, Vania Petrella, che partecipa anche all’evento di presentazione dell’iniziativa benefica. Il 20 maggio 2021 viene comunicato il completamento dell’acquisizione da parte di Gamenet, e poche settimane dopo arriva anche il via libera (richiesto il 21 giugno) della direzione giochi Adm, firmato «per il direttore centrale» da Minenna. Al quale seguirà anche, a luglio 2021, il via libera dell’antitrust, che archivia la segnalazione ricevuta da un concorrente di Gamenet. Affare concluso quindi, ma con una coda in possibile odore di inopportunità. A ottobre 2021, fresca di laurea (con il massimo dei voti) in giurisprudenza, G.B. - figlia di Patrizia Bosco, responsabile delle relazioni istituzionali di Adm (che secondo un esposto presentato da un ex dipendente dell’Agenzia sarebbe legata sentimentalmente a Minenna) - viene assunta come praticante proprio da Cleary Gottlieb. Tutte vicende prive di rilievo penale, ma che probabilmente hanno avuto un peso nella decisione finale.

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