Il neopresidente esulta: «Sfileremo uniti dietro lo slogan “Cessate il fuoco ovunque”». La Brigata ebraica però lo smentisce: «Gli accordi erano diversi, dimentica gli ostaggi».
Lo scrittore belga fu un giramondo: la caccia ai collaborazionisti nella Francia del dopoguerra lo portò a rifugiarsi in Canada e Usa. Qui rimase colpito dalle case di campagna, tanto semplici quanto comode.
Lo storico stronca «La grande ambizione»: «Che i bulgari volessero ucciderlo per i suoi dissensi con l’Urss, come viene detto nella pellicola, è assurdo: il segretario fu colui che ricucì con Mosca. La “Pravda” si complimentò e lui tornò in Russia in vacanza».