Il Campidoglio caccia il trapper Tony Effe per i suoi testi sessisti e le star si ribellano: Mahmood e Mara Sattei, gli altri due nomi in scaletta, disdicono. I colleghi si accodano, ma il sindaco insiste: «Urtate delle sensibilità».
L’ex premier, che si è arricchito con le conferenze in Arabia, fa la vittima per la norma che vieta agli eletti di ricevere oltre 100.000 euro da soggetti extra Ue: «È incostituzionale, stile Urss, un esproprio proletario».