«Dall'invasione tedesca non smettiamo di recuperare i beni culturali polacchi»

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«Dall'invasione tedesca non smettiamo di recuperare i beni culturali polacchi»
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Piotr Gliński, vicepresidente del Consiglio dei ministri polacco, Ministro della cultura e del patrimonio nazionale: «Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la Germania iniziò una campagna coerente e deliberata per cancellare la Polonia dalla mappa dell’Europa. Questa nazione doveva essere privata della sua élite intellettuale, della sua identità e della sua indipendenza. La distruzione e il saccheggio non risparmiarono la cultura polacca. Letteratura, musica, cinema, teatro, arti visive subirono perdite irreparabili, che si fanno sentire ancora oggi. La Polonia perse il maggior numero di cittadini a causa della seconda guerra mondiale in proporzione alla sua popolazione prebellica. Un cittadino prebellico polacco su sei morì. Le perdite subite in seguito allo sterminio delle élite non possono essere scontate. La loro morte inibì per molti anni la formazione di nuove élite intellettuali e artistiche e rallentò lo sviluppo della cultura polacca. C’è solo un ambito in cui l’ingiustizia storica causata dall’occupazione può essere, almeno parzialmente, riparata: i beni culturali, portati via dalla Polonia, possono ancora tornarvi».

Alberto Martini ed Edgar Allan Poe in mostra a Oderzo
Una sala della mostra alla Pinacoteca Alberto Martini di Oderzo (Tv)

È la cornice di Palazzo Foscolo aOderzo (TV) ad ospitare un’importante mostra dedicata ad Alberto Martini (1876-1954), pittore simbolista ma soprattutto illustratore di opere letterarie. Organizzata per celebrarne i 70 anni dalla morte, l’esposizione (visitabile sino al 25 marzo 2025) raccoglie ben 120 opere, tra cui alcuni lavori inediti e mai esposti prima.

Un manifesto del nuovo umanesimo
Stefano Lucchini (Imagoeconomica)
Nel loro saggio, Lapucci e Lucchini propongono il modello per una vera sostenibilità che metta al centro le persone e non si limiti a essere l’imposizione di lacci burocratici.
«Pavese seppe essere anti ideologico. Per questo insospettiva la sinistra»
Cesare Pavese. Nel riquadro, Giovanna Gagliardo (Getty Images)
Parla l’autrice del documentario Giovanna Gagliardo, «Il mestiere di vivere», da domani nelle sale: «Lo scrittore credeva che il compito di un intellettuale non fosse schierarsi ma fare ogni giorno nuove domande, anziché darsi risposte».
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