Oggi si è tenuto a Milano un incontro per ricordare e approfondire il ruolo della ferrovia nella storia e nel futuro del Paese. L’evento ha riunito esponenti del settore per discutere delle sfide e delle opportunità di un comparto strategico per lo sviluppo nazionale. Tra i relatori, Gian Luca Orefice, direttore delle risorse umane del gruppo Ferrovie dello Stato italiane, e Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit-Cisl.
Gian Luca Orefice ha messo in evidenza la scarsa consapevolezza dell’opinione pubblica riguardo al ruolo cruciale delle ferrovie. «C’è poca conoscenza della storia di quello che facciamo per il Paese, di come lo facciamo e di quanto sia strategico il nostro impegno per un’infrastruttura solida, sostenibile e innovata», ha dichiarato.
E ha fatto sapere che Fs sta attuando un piano di investimenti di 200 miliardi di euro. «Stiamo mettendo a terra cinque volte gli investimenti di qualche anno fa. Tra i progetti chiave, il completamento dei sottopassi ferroviari a Firenze per un’alta velocità più efficiente e il collegamento Napoli-Bari, fondamentale per integrare il Sud nel sistema di mobilità nazionale». Orefice ha sottolineato inoltre la presenza internazionale del gruppo, attivo in 38 Paesi, tra i quali Germania, Spagna e Paesi Bassi, oltre al prossimo rilancio della tratta Milano-Parigi, previsto per il 1° di aprile.
Salvatore Pellecchia ha invece posto l’accento sulla recente ratifica del contratto collettivo nazionale di lavoro per la mobilità e il trasporto pubblico locale, firmato a dicembre 2024. «Questo accordo segna un passaggio notevole e garantisce nuove tutele per circa 100.000 lavoratrici e lavoratori del settore», ha puntualizzato.
Pellecchia ha messo in evidenza come l’accordo preveda non solo miglioramenti salariali, ma anche un impegno concreto per la sicurezza del personale ferroviario. «Le aggressioni ai danni dei lavoratori della mobilità sono diventate intollerabili e insostenibili. È essenziale garantire maggiore protezione a chi ogni giorno lavora per mantenere attivo un servizio essenziale per il Paese».
Anche un volto insolito ha fatto la sua comparsa all’evento: lo chef stellato Carlo Cracco. La sua presenza non era legata alla cucina, ma alla sua storia personale. «Mio padre ha lavorato in ferrovia per più di 40 anni e ne era orgoglioso. Anche i miei zii erano ferrovieri, è sempre stato un mestiere di famiglia», ha raccontato Cracco. Lo chef ha ricordato con nostalgia i viaggi in treno da bambino, quando scopriva il cibo di altre città e regioni, esperienza che, a suo dire, ha influenzato la sua passione per la gastronomia. «La ferrovia, per me, è stata il primo assaggio di un’Italia ricca di sapori e tradizioni diverse».
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