Siccome non siamo abituati a berci bicchierini di whisky, ma neppure le balle che ci propinano Speranza e compagni, per chi non lo avesse ancora capito riassumo le ragioni per cui questo giornale non strizza l'occhio ai no vax, come si vuol far credere, ma semplicemente non chiude gli occhi sulle molte contraddizioni che hanno accompagnato la campagna vaccinale. Primo: l'efficacia dei vaccini. Nessuno mette in dubbio che le iniezioni anti Covid abbiano contribuito a rallentare la diffusione dei contagi, ma dire che se oggi l'epidemia rialza la testa la colpa è di chi non si è vaccinato dimostra solo che i sostenitori di questa tesi la testa non la sanno far funzionare. Come oggi conferma la gran parte degli esperti, ed è dimostrato pure dai numeri, il virus circola anche tra i vaccinati, i quali spesso non hanno sintomi, ma sono in grado di contagiare altre persone e, a differenza di ciò che viene raccontato, possono finire in terapia intensiva e perfino morire. Non serve essere virologi per accorgersene: è sufficiente fare i giornalisti. L'ultimo caso è quello registrato a Frascati, nel locale commissariato di polizia. Fra i sei agenti che componevano la squadra investigativa, quattro erano vaccinati e con green pass, due invece, non avendo ricevuto né prima né seconda dose, da ottobre erano a casa, sospesi dal lavoro. Secondo quanto denuncia il sindacato, tre dei quattro in servizio si sono contagiati pur essendo immunizzati e certo non per colpa dei colleghi che avevano rifiutato il vaccino. Il commissario capo è stato infettato e, ricoverato in ospedale, è deceduto dopo una settimana. Altri esempi? Basta attingere dalle cronache locali dei quotidiani, dove di solito sono occultate le notizie che la stampa mainstream intende nascondere. Pagina 2 di Repubblica edizione di Roma: «Covid, ricoverati nonostante il vaccino. Aumentano i contagi fra le forze dell'ordine, pazienti fragili e docenti, le categorie che si erano immunizzate per prime». Corriere della Sera, edizione di Bologna: «Rimini, focolaio tra i vigili urbani vaccinati, sette Comuni restano senza agenti». Ma se la cronaca non è ritenuta sufficiente, a smentire la tesi della pandemia dei non vaccinati arriva la statistica. Basta guardare il sito dell'Istituto superiore di sanità o, per chi non ha dimestichezza con le tabelle ufficiali, quello del Sole 24 Ore con gli aggiornamenti su contagi, ricoveri, terapie intensive e decessi, dai quali si evince che, al contrario di ciò che sostengono i virologi da salotto e i giornalisti da bar sport, ci si contagia e si muore anche se si è vaccinati. Meno? Molto meno? E chi lo nega, ma purtroppo questa è la realtà.
Secondo: perché il green pass non rappresenta un passaporto per la libertà, ma rischia di diventare un lasciapassare per la malattia. Come ha spiegato Andrea Crisanti, il certificato verde non è un documento sanitario, cioè non attesta di non avere il Covid, ma solo che si è vaccinati o che si è fatto il tampone nelle ultime 48 ore. Come è a tutti noto, nel primo caso, cioè qualora si sia ricevuta prima e seconda dose, il documento ha validità per 12 mesi, ma i vaccini hanno un'efficacia inferiore. La maggior parte degli esperti parla di sei mesi, qualcuno anche di quattro. Dunque, ciò non solo spiega i casi di cui parlavamo prima, ma anche perché sostenere la tesi della pandemia dei non vaccinati sia una colossale sciocchezza, oltre che una falsità. Il professor Alexander Kekulé, virologo tedesco tra i piu accreditati, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato che una delle principali cause della diffusione del virus in Germania è stata la libertà concessa ai vaccinati i quali, dopo aver ricevuto il virus anti Covid, evidentemente hanno pensato di essersi lasciati alle spalle la malattia. Secondo Kekulé, i vaccini hanno un'efficacia tra il 50 e il 70%. Questo significa che su dieci persone vaccinate, tre o cinque possono ammalarsi e contagiare, a volte inconsapevolmente, le altre persone. Cinque ogni dieci vuol dire uno su due: non poco. Che il tema sia proprio la falsa sensazione di sicurezza propalata da chi ha sposato il green pass come passaporto per la libertà, lo dimostrano i numerosi articoli sulla stampa internazionale, che dal Guardian a The Atlantic (ma potrei citarne tanti altri in cui si fanno riferimenti precisi), smentiscono la tesi dell'epidemia di non vaccinati.
Terzo: perché l'immunità di gregge è un miraggio. All'inizio si era detto che una volta raggiunta la percentuale dell'80% di vaccinati avremmo sconfitto il virus. Poi, con l'arrivo della variante delta, il traguardo è stato spostato al 90%. In realtà, anche in Paesi dove si è vaccinato più che da noi, il Covid continua a girare e in ospedale ci finiscono tantissimi immunizzati. È il caso del Belgio. In un'intervista ad Atv, televisione di Anversa, il dottor Kristiaan Deckers ha ammesso che ormai in terapia intensiva sono ricoverati pazienti che hanno ricevuto prima e seconda dose. Il che non deve stupire, perché se il siero anti Covid ha una durata di sei mesi, il rischio di ammalarsi esiste. Prova ne sia che Andrea Crisanti parla della necessità di vaccinare di nuovo 8 milioni di persone al mese ogni sei mesi. Follia? Beh, ma è quello che anche in Italia si sta facendo con la terza dose, mentre in Israele si parla già della quarta.
La verità, che non è il nome di una testata troppo ambiziosa ma la realtà che qualcuno non vuole vedere, è che i vaccini non sono totalmente risolutivi, perché a differenza di quelli contro il vaiolo, non immunizzano dal virus, ma lo rendono meno aggressivo (come abbiamo visto non sempre e non per tutti) nel caso si contragga la malattia. È difficile da capire? Forse per alcuni che leggono solo ciò che scrivono sì.
Quarto e ultimo punto: continuate pure a prendervela con chi non si è vaccinato per paura o per convinzione. Potrete definirli renitenti all'iniezione o traditori della patria, chiuderli in casa o impedirgli di manifestare (come ho detto e scritto, io i cortei nei centri cittadini li vieterei tutti, a cominciare da quelli sindacali, in quanto non capisco perché io debba rimanere in coda in città quando un'azienda decide di ridurre il personale), ma dovete temere più il virus e le vostre false certezze, non chi ha fatto una scelta diversa dalla vostra rischiando del suo.