Tra i due concorrenti Sisal e Lottomatica, nella gara per l'assegnazione del concorso si inserisce la ceca Sazska, partner di Gazprom. I grillini chiedono al Mef di fare verifiche.
Il Parlamento si muove e si interessa del gioco del Superenalotto. Un recente interrogazione al Senato, a firma principalmente grillina, chiede direttamente al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, se «sia conoscenza dell'esito della procedura di selezione e se siano state valutate le eventuali criticità di qualsiasi natura relativamente ai soggetti partecipanti, considerati anche gli intrecci azionari e societari sul piano internazionale dei concorrenti, in relazione al valore strategico e di interesse nazionale della rete di raccolta dei giochi». Dopo una serie di pareri e valutazioni tecniche, per il rinnovo della concessione del concorso a totalizzatore nazionale, che solo nel 2017 ha portato nelle casse dello Stato 1,5 miliardi, il Tesoro ha deciso di proseguire sulla strada della gara. Una scelta in controtendenza rispetto a quella fatta solo un anno e mezzo fa dal precedente esecutivo, che aveva ritenuto più sicuro e conveniente riassegnare il servizio a Lottomatica. Ad alzare i toni della diatribe è stato l'arrivo di un terzo player ceco che si è andato ad aggiungere ai due soliti e storici contendenti: Sisal e Lottomatica. La concessionaria straniera è rappresentata lungo la penisola da Italian gaming holding che a sua volta «è collocata nell'ambito del gruppo societario Emma capital, fondato da Jiri Smeic, e partecipa con il 25%», si legge nell'interrogazione, «dalla società Sazka group. Il restante 75% della Sazka è posseduto dalla Kkcg di Karel Komàrek». Quest'ultimo è considerato da Forbes uno dei più influenti miliardari del mondo e la stampa ceca lo ha definito più volte imperatore del petrolio e del gioco d'azzardo. Tra le controllate della Kkcg figura una società, la Moravia gas storage, detenuta in joint venture al 50% con la russa Gazprom. I senatori firmatari, che vanno da Elio Lannutti a Maria Domenica Castellone , si chiedono se il Mef abbia contezza della scala societaria che porta interessi core italiani al di fuori dei confini e se possano esserci relazioni tra i cechi e un altro player italiano con il rischio di creare un monopolio implicito. Tanto più che il gruppo ceco ha avuto problemi in varie località. «In Austria», ha scritto recentemente un quotidiano nazionale, «dove Sazka, dopo anni di sforzi, è riuscita a salire al 34% di Casinos Austria, colosso da 4 miliardi di fatturato, i cechi non fanno altro che litigare con il socio Novomatic, che con il suo 17% doveva consentirgli di prendere il controllo della società, ma che continua a votargli contro in assemblea. Cosa che fa anche il socio pubblico Obib (33%), impedendogli così di nominare i suoi amministratori e di avere la maggioranza nel board. La vicenda è stata portata davanti ad un arbitrato internazionale». Idem in Grecia e a Cipro.