Altro che pioggia di miliardi: nel 2021 rischiamo la siccità. Perché la liquidità che con il Recovery fund doveva annaffiare e far rifiorire il nostro Paese, come nella tradizione delle previsioni meteorologiche, è rinviata a data da destinarsi. Sì, come purtroppo avevamo scritto, i finanziamenti a fondo perduto e i prestiti che avrebbero dovuto arrivare da Bruxelles non sono dietro l'angolo. A differenza di ciò che ci hanno raccontato fino a ieri, sia il governo che i principali commentatori, quella dei soldi Ue non è una partita chiusa, perché in Europa sono ancora molte le perplessità sul meccanismo che dovrebbe aiutare i Paesi in difficoltà. Non parliamo di Spagna e Portogallo, che già hanno fatto sapere di non avere intenzione di usare il denaro messo a disposizione dall'Unione in quanto, visti i tassi d'interesse sul mercato, sia Madrid che Lisbona non ritengono convenienti le condizioni. Ci riferiamo piuttosto a quei Paesi frugali che sembravano essersi accontentati dell'accordo raggiunto in estate dopo una lunga trattativa e invece non si sono accontentati affatto, ma sono riusciti prima a far slittare il piano, ora a bloccare tutto.
Luigi Sbarra (Ansa)
Il sindacalista Luigi Sbarra: «La manovra alza i salari a 15 milioni di persone. Landini sbaglia a invocare rivolte, basta poco e scatta la violenza».
Alberto Bagnai (Ansa)
L’emendamento Bagnai alla manovra perde pure il ricorso. Il leghista però assicura: rimedieremo. La strategia possibile è proporre un altro rinvio dentro il Milleproroghe.
Luca Casarini (Getty Images)
L’ex no global si finge chierichetto però parla come Landini. Don Barchino: «Chiesa, Luca e Ghali uniti per i migranti».
Gianclaudio Torlizzi (Imagoeconomica)
L’analista: «È partita la narrazione secondo cui dovremmo appoggiarci a Pechino per compensare gli effetti del Trump bis. Il nuovo corso Usa è invece l’occasione di cambiare il nostro modello sbilanciato sull’export».