Il matematico Nobel di «A Beautiful Mind» battuto dall’italiano paladino anti Urss
John Nash è un nome conosciuto anche da coloro che della matematica e dei matematici non sanno nulla. A Beautiful Mind è il film che lo ha consacrato. Pochi sanno, però, che a risolvere il XIX problema di Hilbert, prima di lui e con una soluzione ben più gravida di applicazioni, è un italiano: Ennio De Giorgi. Il quale, però, ha alcuni «torti» imperdonabili: non parla bene l'inglese, lingua egemone nella scienza e nei media; non si dà arie di alcun genere (mentre Nash amava farsi soprannominare G-Nash, dove la G sta per «genio»); non verrà mai scelto come protagonista di un film, anche a causa della sua vita «ordinaria».
Così De Giorgi si deve «accontentare» di essere celebrato quasi solo tra i matematici, che a vent'anni dalla sua morte, avvenuta nel 1996, si preparano a ricordarlo. Docente per quarant'anni alla Normale di Pisa, vincitore del prestigiosissimo premio Wolf, laureato honoris causa in filosofia, De Giorgi fornisce contributi fondamentali nel campo delle equazioni, delle derivate parziali, nella teoria geometrica della misura, nel calcolo delle variazioni, senza trascurare i fondamenti della matematica e della logica.
È uomo ammirato da colleghi e allievi per la sua immensa competenza di matematico e per la sua umanità.
Alla fine degli anni Cinquanta le Università americane se lo contendono. Lo vorrebbe soprattutto l'Institute for advanced studies di Princeton (quello di Einstein, Godel, von Neumann, Nash, Bombieri). Ma De Giorgi non vuole lasciare Pisa. I soldi, del resto, non gli interessano: spesso ne regala in quantità a chi gli chiede aiuto.
Nel 1966 l'incontro, a Pisa, con il «genio dei numeri» Enrico Bombieri, che ha solo 26 anni, ma è già una celebrità. Ne nascono collaborazione e stima reciproche.
Nel 1974 De Giorgi, insieme con l'amico matematico Giovanni Prodi, si dà da fare per il sì all'abrogazione della legge sul divorzio. Tra alcuni anni si batterà per la vita, contro la legge 194 che legalizza l'aborto.
Sempre nel 1974, insieme ad altri colleghi francesi e italiani, lotta per la liberazione del matematico ucraino Leonid Pljusc, internato in un manicomio di stato e torturato. De Giorgi riesce ad ottenere una lettera di sostegno a Pljusc da parte di Massimo D'Alema, allora assessore nel comune di Pisa.
L'8 gennaio 1976 Pljusc viene finalmente liberato, e ripara in Francia.
Ma De Giorgi non si ferma: continua a battersi per i detenuti politici, che in quegli anni sono spesso scienziati dell'Urss, come il fisico Jurij Orlov, il biologo Sergej Kovalëv e il fisico nucleare Andrej Sacharov, padre della bomba H, poi «pentito» e divenuto un dissidente. Oltre che all'interno di Amnesty international, De Giorgi opera anche in Christian Solidarity International; per anni, dal 1966 al 1973, si reca per un mese volontario in Africa, ad Asmara, ancora una volta insieme a Giovanni Prodi, con cui condivide opere di carità e a cui affida, talora, dei soldi, per la carità: «Tu sai a chi darli».
Nel 1983 De Giorgi si batte per i desaparecidos in Argentina; nello stesso anno è invitato alla conferenza plenaria all'Icm (Congresso internazionale dei matematici) di Varsavia. Sono gli anni in cui il sindacato cattolico Solidarnosc mette in crisi il comunismo del generale Wojciech Jaruzelski. De Giorgi esprime la sua ammirazione per la Polonia e, pur in un paese ufficialmente ateo, dichiara pubblicamente che la sete di conoscenza umana è «segno di un desiderio segreto di vedere qualche raggio della gloria di Dio».
Nel 1988 De Giorgi prende le difese del popolo kurdo, colpito dalle armi chimiche del dittatore iracheno Saddam Hussein. Nel 1990 lancia un appello a difesa del popolo libanese, vittima dell'esercito siriano. In occasione dello scoppio della guerra del Golfo, nel 1990-1991, ricorda che «l'esercito dell'Iraq è stato istruito dai consiglieri militari sovietici e armato dall'Unione Sovietica e dai paesi occidentali».
Nel 1994 De Giorgi cerca di sollevare un po' di attenzione verso il Sudan, dove cattolici e animisti del sud del paese vengono sterminati dai musulmani del nord. Qualche anno dopo, nel 1996, difende Robert Hussein, condannato a morte e colpito da fatwa, in Kuwait, per essersi convertito al cristianesimo.
Il 1996, anno della sua morte, è anche l'anno delle elezioni politiche in Italia: si candida Romano Prodi, fratello di Giovanni, e per questo anche lui amico di De Giorgi. Il quale spera che un cattolico al governo possa giovare al Paese. Ma De Giorgi non ha appartenenza politica, e il suo voto alla Camera va ad un politico di centrodestra, leccese come lui, e su analoghe posizioni quanto ad aborto, droga ed eutanasia: il magistrato Alfredo Mantovano.
Quanto alla matematica e alla scienza, De Giorgi ci ha lasciato molti pensieri profondi. Uno su tutti: «La scienza interroga il mondo, cerca le risposte. Ma nessuna scienza potrà mai svelare il senso ultimo dell'esistenza. L'abisso è nero, è profondo. Come Socrate, come Salomone, possiamo solo ammettere di sapere di non sapere. Ma ecco che dall'oscuro giunge insperato un raggio di speranza: la consapevolezza della nostra ignoranza è il presupposto di una visione più profonda, per una conoscenza vera. E la conoscenza vera non è nella scienza. Cieca è la scienza perché non sa il suo scopo. L'unica vera conoscenza è in Dio. L'unica vera conoscenza è nella Sapienza immensa che era con Dio, quando Dio creò il mondo».