![Il cinema «in punta di pipa» di Tati ci mostra la realtà che non vediamo](https://assets.rebelmouse.io/eyJhbGciOiJIUzI1NiIsInR5cCI6IkpXVCJ9.eyJpbWFnZSI6Imh0dHBzOi8vYXNzZXRzLnJibC5tcy81MjQ5MTEzMi9vcmlnaW4uanBnIiwiZXhwaXJlc19hdCI6MTc4MDkwMjA2NX0.d7zdAQAdmFEOiiUElaAsLORmH-pP6BQK2R_yW9hVIyo/img.jpg?width=1200&height=800&quality=85&coordinates=0%2C0%2C0%2C1576)
Jacques Tati (Ansa)
Un saggio di Maria Cristina Bonati ripercorre l’opera di un genio dimenticato. Il suo carnevale d’imprevisti stravolge ciò che ci circonda, mentre la parola lascia posto al suono. E Francois Truffaut disse: «Nulla gli somiglia».
Ci sono luoghi speciali, che lasciano il segno, tanto da convincere molte persone a trasferirvisi. Non parliamo di città dall’allure internazionale (come Parigi o Miami), ma di semplici borghi che, con la loro tranquillità, si sono instillati nell’anima di persone in cerca di pace o anche di ispirazione.