In un contesto di crescente incertezza sui mercati internazionali, la Banca centrale europea ha deciso di ridurre i tassi di interesse di 25 punti base, portando il costo del denaro al 3,64%. Secondo le stime di Facile.it e Mutui.it, questa manovra si tradurrà in un alleggerimento della rata mensile di un mutuo a tasso variabile standard: da 640 a 623 euro, con un risparmio di 17 euro al mese per una simulazione su 126.000 euro in 25 anni (LTV 70%, Euribor 3M + 1,25%).
Secondo i contratti futures sull’Euribor a tre mesi, il tasso di riferimento per i prestiti variabili scenderà gradualmente dal 2,07% di giugno 2025 all’1,76% di dicembre 2025, con un’ulteriore discesa fino all’1,75% prevista per marzo 2026. Se queste previsioni si concretizzeranno, la rata mensile di riferimento potrebbe scendere fino a 598 euro entro fine anno, con un risparmio complessivo di circa 42 euro rispetto ad aprile 2025.
L’annuncio dell’introduzione di dazi commerciali reciproci all’inizio di aprile ha inizialmente fatto impennare i rendimenti dei Treasury americani, in parte per la massiccia vendita di titoli da parte della Cina. Questo movimento ha trascinato al rialzo anche i titoli di Stato europei e, di conseguenza, l’IRS – il parametro di riferimento per i mutui a tasso fisso. Tuttavia, con la sospensione dei dazi per 90 giorni, i rendimenti sono tornati a scendere, riportando i tassi fissi sui livelli precedenti.
Al momento, le migliori offerte sul mercato confermano ancora un lieve vantaggio per i tassi fissi: il Tan parte da 2,76% con una rata di 582 euro, contro i 2,97% e 596 euro richiesti per i variabili. Ma la forbice si sta assottigliando: “Non appena le banche adegueranno gli spread sul variabile, questa soluzione tornerà competitiva,” spiegano gli esperti di Facile.
Secondo gli analisti, nei prossimi mesi il tasso variabile potrebbe diventare più conveniente, offrendo un’alternativa concreta per chi può sopportare la volatilità del mercato. Sottolineano però che non esiste una scelta “migliore” in assoluto: la decisione dipende dalle caratteristiche personali del mutuatario, dal valore dell’immobile e dalla propensione al rischio. Chi preferisce la certezza può optare oggi per un tasso fisso più basso; chi punta a un risparmio futuro, invece, può scommettere sul variabile, ben consapevole delle oscillazioni possibili.
Per i mutuatari che scelgono il fisso ma volessero passare al variabile in un secondo momento, rimane aperta l’opzione della surroga: un modo per bloccare oggi una rata più bassa e sfruttare in futuro eventuali ulteriori ribassi dei tassi variabili.