Il personaggio ideato da Bram Stoker continua a catturare l'attenzione del pubblico. Ecco perché il Conte di Transilvania viene considerato il vampiro per antonomasia.
Centoventicinque anni fa, Bram Stoker pubblicava il suo settimo romanzo. Un racconto epistolare, dove la narrazione è riportata attraverso lettere, pagine di diario e ritagli di giornale, nella tradizione di scrivere diari di viaggio del XIX secolo. Dracula narra del viaggio del giovane Jonathan Harker in Transilvania per ordine del suo capo che gli chiede di curare l’acquisto di un’abitazione a Londra fatto da un nobile del posto, il Conte Dracula.
«All’interno c’era un vecchio, alto, sbarbato ma con lunghi baffi bianchi, vestito di nero dalla testa ai piedi: neppure una nota di colore in tutta la sua persona». È così, che nel secondo capitolo facciamo il nostro primo incontro con la misteriosa figura del Conte.
Il romanzo - oggi annoverato tra uno dei più significati contributi alla letteratura inglese - ha contribuito in maniera predominante alla creazione delle immagini archetipiche del vampiro e della sua nemesi, il cacciatore di vampiri (nel libro rappresentato da Abraham Van Helsing). I personaggi ideati da Stoker sono così diventati la base di numerosi film e opere teatrali, di cui lo stesso autore scrisse il primo adattamento. Le più importanti rappresentazioni sul grande schermo restano però tutt’oggi quelle di Béla Lugosi (1931) e quella di Gary Oldman (1992) nella pellicola diretta da Francis Ford Coppola.
Dracula non è però stato il primo pezzo di letteratura a rappresentare i vampiri, nonostante questo il romanzo è riuscito a imporsi nell’immaginario comune tanto da “canonizzare” alcune caratteristiche delle creature della notte. Stoker è infatti riuscito a plasmare la comprensione popolare di come “funzionano” i vampiri, inclusi i loro punti di forza, debolezze e altre caratteristiche. Un esempio. I pipistrelli erano già stati associati in precedenza all’immagine del vampiro, a causa dell’esistenza stessa di un esemplare chiamato pipistrello vampiro, ma l’autore è stato in grado di approfondire l’associazione, rendendo Dracula capace di trasformarsi nell’animale. Questo è stato a sua volta rapidamente ripreso dagli studi cinematografici, al tempo alla ricerca di opportunità per utilizzare effetti speciali.
Secondo il pronipote di Bram Stoker, Dacre Calder Stoker, il mancato adempimento della legge sul copyright di Stoker ha contribuito allo status del personaggio del Conte Dracula, che scrittori e produttori potevano (e possono) utilizzare senza bisogno di pagare una licenza. Nel 2009, Dacre ha provato a cimentarsi in prima persona in un racconto che vedeva il vampiro protagonista, intitolato Dracula: The Un-Dead.
Il volume rappresenta il «secondo capitolo ufficiale» nella storia di Dracula. Dacre Stoker e Ian Holt avrebbero infatti dichiarato di essersi basati su vecchi appunti ritrovati nella biblioteca del prozio. Il romanzo rende così chiarezza sull’identità del Conte, che non sarebbe altri che Vlad III, il principe romeno che combatte contro i turchi e venne soprannominato «l’Impalatore», ed esplora l’amore che lega Dracula a Mina (la moglie di Jonathan Harker), fulcro del film diretto da Coppola cui si deve l’ormai iconica citazione: «Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti».
Per omaggiare l’immagine del Conte Dracula - e del suo ideatore - il Mütter Museum ha dichiarato il 2022 come «L’Anno di Dracula».
«Il libro Dracula ha dato il via a un interesse imperituro per i vampiri che è ancora vivo», ha dichiarato Jacqui Bowman, direttore del Centro per l'educazione e co-direttore ad interim del Mütter Museum. «Celebriamo il suo ruolo nella cultura pop, ma andiamo più a fondo esplorando cosa significa essere morti, il ruolo della tubercolosi nella leggenda dei vampiri e i vampiri nella letteratura storica».
Tra gli eventi organizzati dal museo di Philadelphia troviamo così la mostra «Dracula and the Incorruttibile Body» che porta i visitatori all’interno della bara dove il Conte è solito riposare per scoprire come le persone in epoca vittoriana avrebbero identificato un corpo come qualcosa di più di un cadavere, un vampiro. All'interno dell’esposizione, il Mütter esplora come il folklore, le pratiche di imbalsamazione e funerarie e l'incomprensione di malattie come la tubercolosi abbiano portato all'identificazione post mortem di cittadini comuni come vampiri nel XIX secolo.
Alla mostra si aggiungono una serie di seminari dedicati alla figura di Dracula e come la scienza e l’occulto abbiano trovato terreno comune durante il XIX secolo. Utilizzando le prime edizioni del romanzo e gli appunti manoscritti di Bram Stoker, si analizza come la scienza sia stata incorporata nel libro e cosa significhi per lo sviluppo dei vampiri negli anni successivi alla pubblicazione di Dracula.