«La lezione di mio nonno è un po' quella che bisogna sempre conoscere l'oggetto su cui sta indagando» spiega Vittorio Occorsio, cofondatore e nipote del magistrato ucciso la mattina del 10 luglio 1976 sotto la sua abitazione da una raffica di mitra. «Lui per indagare sui gruppi eversivi leggeva i testi a cui quei gruppi si ispiravano. Oggi dobbiamo fare la stessa cosa contro le nuove minacce. Non affronteremo mai efficacemente i fenomeni terroristici anche internazionali che ormai sono sempre miste fisici e virtuali non li affronteremo mai, se non entrando nel loro modo di pensare. Ed è per questo che un ragionamento culturale su queste su questi temi è necessario la fondazione si offre come piattaforma per riflettere su queste su questi argomenti» conclude Occorsio. Giovanni Salvi, presidente del comitato scientifico della Fondazione spiega: «L'intelligenza artificiale si evolve quotidianamente ad un ritmo vorticoso. E pone nuove sfide rispetto alle quali gli stati nazionali devono attrezzarsi con nuovi strumenti di cooperazione internazionale. Su questo si sta lavorando sia nelle relazioni sia nei rapporti multilaterali».
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