Siri ormai è un puro pretesto nei litigi Lega-M5s

Siri ormai è un puro pretesto nei litigi Lega-M5s
Ansa

Sono convinto che a nessuno importi di sapere se Armando Siri sia colpevole o innocente. Per lo meno non a chi sta al governo. Da giorni infatti le accuse contro il sottosegretario ai Trasporti sono sfumate, sparite in una nuvola di polemiche dove il contendere non è se l'onorevole leghista abbia effettivamente intascato 30.000 euro, allo scopo di favorire un imprenditore sospettato di avere rapporti con un mafioso, ma chi all'interno della maggioranza debba avere l'ultima parola. Detto senza perifrasi: che Siri sia colpevole oppure no non frega niente a nessuno. Non a Luigi Di Maio, che meno di un anno fa era disposto a nominarlo ministro dell'Economia. (...)

Il Csm si muove su Lo Voi, il «moderato» finito a Roma grazie alle «toghe rosse»
Franco Lo Voi (Ansa)
I laici di Palazzo Bachelet chiedono una pratica disciplinare per l’inchiesta sulla Meloni. Nella carriera del magistrato, l’aiuto di Palamara e Pignatone e i voti dei progressisti.
Edicola Verità | la rassegna stampa del 31 gennaio

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 31 gennaio con Flaminia Camilletti

Tra Lo Voi, Li Gotti e Mantovano, l’ombra dell’uomo che sciolse il bimbo nell’acido
La foto dell'arresto di Giovanni Brusca, il 21 maggio 1996 (Ansa)
  • L’avvocato che ha denunciato mezzo governo patrocinava Giovanni Brusca, gestito come «dichiarante» dall’allora procuratore di Palermo. Ma il legale pretendeva la parcella dovuta a chi difende i pentiti e il sottosegretario (all’epoca al ministero dell’Interno) gliela negò.
  • Trovati nella stanza di Osama Almasri Habish Najeem tre passaporti, contanti, otto carte di credito e un Rolex.

Lo speciale contiene due articoli.

Tutte le incredibili coincidenze del caso Almasri
Il generale libico Osama Almasri Habish Najeem (Ansa/Courtesy Fawaselmedia.com)

Sono davvero numerose le coincidenze che ruotano intorno al caso che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di mezzo governo. La prima della serie l’abbiamo raccontata ieri e riguarda il curioso braccio di ferro sui voli di Stato fra il procuratore di Roma che ha firmato la comunicazione a Giorgia Meloni e il sottosegretario Alfredo Mantovano, pure lui finito sotto inchiesta per la liberazione dell’aguzzino libico.

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