Folla a Milano all'apertura della Fase Testimoniale della canonizzazione officiata dall'arcivescovo di Milano Mario Delpini. Più di ottomila fedeli hanno seguito la cerimonia in streaming. Davide Prosperi (Cl): «Grati anche a Papa Francesco per l'attenzione e la stima espressa a don Giussani».
Oggi durante la celebrazione dei Vesperi dell’Ascensione nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano l’Arcivescovo Mons. Mario Delpini ha aperto la prima sessione pubblica della Fase Testimoniale per la Causa di Beatificazione e di Canonizzazione del Servo di Dio Luigi Giussani. Hanno partecipato al gesto oltre mille persone e circa ottomila persone hanno seguito l’evento in diretta streaming sul sito della Diocesi di Milano (dove è possibile rivedere l’evento: https://www.youtube.com/watch?v=7d6OBd5LX64) . L’arcivescovo ha dichiarato durante la sua riflessione: «Come è affascinante il carisma nella Chiesa. Le cose che si sono sempre sentite dire improvvisamente divengono una rivelazione. E le persone sentono come quelle parole, quell’atteggiamento, quel modo di porsi svegli dentro ciascuno una nuova vita, una nuova semplicità, una nuova identificazione. Tutti coloro che hanno incontrato il carisma di Don Luigi devono rendere grazie proprio per questo: perché la Chiesa nella sua verità antica ha avuto questo nuovo splendore. Io voglio inoltre augurare a tutti coloro che hanno incontrato il carisma, di conservare questa gratitudine e questa gioia, così da formare un cuor solo e una anima sola». A margine dell’evento, Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha dichiarato: «Esprimo a nome di tutto il movimento grande gioia e profonda gratitudine per l’Arcivescovo Delpini, monsignor Apeciti, la postulatrice professoressa Chiara Minelli e tutte le persone finora coinvolte nella causa e quelle che lo saranno da qui in avanti. Siamo naturalmente molto grati anche a Papa Francesco, per l’attenzione e la stima che ha più volte espresso, anche pubblicamente, per la figura di don Giussani e per il cammino che il movimento sta facendo in questo periodo. Ora il compito principale a cui siamo chiamati è quello di intensificare le nostre preghiere per il bene della causa, nella speranza di poter vedere presto il Servo di Dio don Giussani annoverato tra i beati e i santi della Chiesa. Siamo commossi dalla presenza oggi di tante persone segnate dall’incontro con don Giussani, dai primi che l’hanno seguito ai tanti giovani che non l’hanno mai conosciuto di persona. Mi è ancora più chiaro che siamo chiamati a seguire Giussani proprio nella tensione costante alla santità nella nostra vita quotidiana. Don Giussani ci ha infatti insegnato che il santo non è un superuomo ma un uomo vero, che «aderisce a Dio e quindi all'ideale per cui è stato costruito il suo cuore, e di cui è costituito il suo destino». Domandiamo a Dio la grazia di questa santità, di lasciare cioè che la nostra umanità sia totalmente investita da una fede realmente e appassionatamente vissuta».