Le imprese che hanno adottato misure di incentivo e supporto alla forza lavoro hanno aumentato i rendimenti per addetto. La strada opposta a quella indicata da dem e Cgil che boicottano i contratti di secondo livello.
Le imprese che hanno adottato misure di incentivo e supporto alla forza lavoro hanno aumentato i rendimenti per addetto. La strada opposta a quella indicata da dem e Cgil che boicottano i contratti di secondo livello.Nel 2022 il fatturato dei distretti industriali italiani è cresciuto del 16,7%, più rapidamente rispetto al settore manifatturiero nel suo complesso (+15,2%). Guardando al biennio post-pandemia la differenza tra i due dati è ancora più evidente - circa il 3,5% - e la forbice tornerà ad allargarsi. L’export ha intanto toccato la cifra record di 153 miliardi, 25 miliardi in più rispetto al 2019 (+19,9% a prezzi correnti). È questa la fotografia scattata dal rapporto Economia e Finanza dei Distretti Industriali 2022 realizzato dalla direzione ricerca e studi di Intesa Sanpaolo. Che fa emergere anche un altro dato interessante: le imprese che hanno introdotto piani di welfare aziendale hanno maggiore produttività e crescita: +15,1% rispetto al +11,6% tra il 2019 e il 2021. «I ritorni della tecnologia - si legge nel rapporto - dipendono fortemente dalla qualità del capitale umano inserito in azienda. Non a caso, negli ultimi anni, è aumentata significativamente la ricerca di figure e tecnici Ict. Una quota consistente di queste nuove posizioni è di difficile reperimento, spesso per mancanza di candidati. Nelle aree a media intensità distrettuale questa sfiora, infatti, il 50% (45,6% il dato totale). Le imprese, con l’obiettivo di attirare e trattenere competenze, possono adottare mirate politiche di welfare aziendale, che possono contribuire anche a risolvere, almeno parzialmente, le difficoltà incontrate dalle donne con figli in età scolare nel conciliare lavoro e famiglia».L’analisi di un campione di circa 2.000 imprese evidenzia come nei distretti vi sia un’intensità lievemente superiore nell’adozione di misure di welfare (lo scostamento rispetto alle aree non distrettuali è pari a due punti percentuali). Il divario supera addirittura i dieci punti percentuali quando si considerano le microimprese, che nei distretti sembrano imitare i comportamenti virtuosi delle imprese più grandi, di cui molto spesso sono partner strategici. I ritorni dall’adozione di politiche di welfare sono evidenti: nei distretti le imprese che hanno adottato misure di welfare nel 2021 hanno raggiunto livelli di produttività per addetto pari a 69.400 euro, con una differenza dalle altre imprese che è salita a oltre 18.000 euro, il doppio rispetto al divario del 2019. Far star bene i propri dipendenti riduce l’assenteismo e aumenta il legame e la fidelizzazione con l’impresa, con ritorni significativi anche in termini di produttività. Il dettaglio è rilevante anche alla luce del dibattito recente sull’introduzione del salario minimo. Il fatto che con un buon welfare aziendale la produttività raddoppi soprattutto nelle imprese più piccole, le quali possono così entrare nel circuito distrettuale di quelle più grandi, dimostra l’efficacia dei contratti di secondo livello. Questi, infatti, consentono di derogare rispetto ai contratti collettivi nazionali stabilendo un sistema di welfare aziendale con premi assegnati ai dipendenti e in funzione percentuale dell’andamento aziendale, oltre che non soggetti a tassazione. Sono proprio gli stessi contratti che il Pd e la Cgil di Maurizio Landini vorrebbero abolire portando tutto sul salario minimo e sul contratto nazionale ed evitando così perdite di potere con la decentralizzazione.Ma torniamo ai dati del rapporto di Intesa. Per il 2023-24 le attese sono di una crescita nominale del fatturato pari al 3,3% contro un +0,9% dell'intero comparto, in un contesto di prezzi alla produzione pressoché invariati. Dopo la pandemia, le imprese appartenenti ai distretti industriali hanno recuperato meglio rispetto alle rivali non distrettuali. Già nel 2021 le prime hanno registrato un fatturato del 5,2% superiore ai livelli del 2019, due punti percentuali in più rispetto a quelle nelle aree non distrettuali. Anche la redditività si è rafforzata: il margine operativo lordo nei distretti è salito al 7,7%, tre decimi di punto in più rispetto al 2019. Intanto, per un quarto delle imprese distrettuali la bolletta energetica pagata alle utility è scesa tra il 2019 e il 2022. «Inevitabilmente l’ondata di caldo avrà degli effetti. Consumeremo più energia per via dei condizionatori e così via. I prezzi dei prodotti agricoli diventeranno più alti perché abbiamo sempre avuto un problema di siccità», ha commentato Gregorio De Felice, capo economista di Intesa. Che punta l’attenzione «sulla risorsa idrica, il fatto di avere un numero insufficiente di invasi e una ampia dispersione dell’acqua nelle condutture è qualcosa che non aiuta in termini di efficienza e quindi in termini del mantenimento dei prezzi bassi dei prodotti agricoli, come verdura e frutta. Quindi il caldo è un nemico dell’inflazione mentre è forse amico del turismo, e spingerà ancora di più un’annata turistica che prevediamo ottima». Secondo il report, nelle aree ad alta intensità distrettuale prevalgono le azioni dirette a rivedere l’offerta per ridurre i consumi di energia, ad avviare oppure potenziare l’autoproduzione di energia e a rimodulare i turni. Molte imprese, inoltre, hanno già apportato soluzioni che riducono l’impatto dei costi energetici. «Per il 2023 la prospettiva di crescita globale è al 2,2% e per l’Italia all’1,2%. Continueremo a essere tra i migliori Paesi europei», ha detto De Felice.
(IStock)
Ieri sarebbe dovuta scattare la norma per l’autenticazione digitale dei maggiorenni, ma molti portali hard non hanno rivisto le modalità d’accesso. Tutelare i giovani dal materiale a luci rosse va bene, ma non al prezzo di libertà e discrezione degli adulti.
2025-11-13
Dimmi La Verità | Alberto Gusmeroli (Lega): «La nuova rottamazione delle cartelle esattoriali»
Ecco #DimmiLaVerità del 13 novembre 2025. Il presidente della commissione Attività produttive Alberto Gusmeroli, della Lega, spiega i dettagli della nuova rottamazione delle cartelle esattoriali.
(Getty Images)
Il report di Open cooperazione fa i conti in tasca agli attivisti. In Italia oltre 1.000 progetti, +40% negli ultimi cinque anni.
(Totaleu)
Lo ha detto l'eurodeputata di Fratelli d'Italia e vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna in occasione dell'evento «Mattei Plan for African and Global Gateway» sul Piano Mattei come motore di sviluppo per il futuro.






