«Conte Biancamano»: il transatlantico italiano tra l’Art déco e lo sbarco in Normandia
2025-04-21
Storia da riscrivereUber si accorda con buona parte dei tassisti italiani. Ed elimina una grana nel Dl concorrenza, al centro dello scontro fra le forze politiche e il premier Mario Draghi. Un risultato di tutto rispetto raggiunto grazie al meticoloso lavoro di tessitura del lobbista di Uber, Gabriele De Giorgi, già piddino doc, vicino a Matteo Renzi.
Anche ai tempi del blitz, poi fallito, dell’ex premier sulla liberalizzazione dei taxi e l’apertura al noleggio con conducente in stile Uber. «Dalle prime informazioni disponibili sembra si tratti di un accordo positivo, nel rispetto delle regole» ha raccontato a Verità & Affari Andrea Mascaretti, consigliere comunale a Milano per Fratelli d’Italia, particolarmente attento alle tematiche del trasporto. «Se funziona, spero venga ampliato risolvendo un nodo di cui si discute da tempo per un servizio, quello dei taxi, che è stato in prima linea anche durante la pandemia».
L'INTESA
Ma di che cosa si tratta esattamente? Secondo le prime indiscrezioni, Uber ha siglato un’intesa con le tre app iT Taxi, App Taxi e In Taxi. L’accordo prevede che Uber si trasformi in intermediario trasferendo i suoi sei milioni di clienti alle app dove poi il cliente potrà scegliere il tipo di servizio: noleggio con conducente oppure taxi tradizionale sulla base delle esigenze e del prezzo. In pratica, Uber avrà una percentuale sull’intermediazione attorno al 6%, ma non sarà più in diretta concorrenza con i tassisti con vetture proprie.
«La percentuale per l’intermediazione è peraltro molto bassa se confrontata con il settore alberghiero dove si parla di un 30-35%» fanno notare fonti vicine alla trattativa. Per Uber poi l’intesa comprime in maniera decisa tutti i costi di negoziazione territoriali con le cooperative italiane impegnate nel servizio taxi (circa 200) riportando il tutto nell’alveo di un accordo quadro. Non a caso fonti che hanno partecipato alla negoziazione hanno sottolineato che si tratta di una soluzione win-win.
Perchè se Uber può lucrare sull’intermediazione, i tassisti possono contare su una platea più ampia di potenziali clienti. E il governo di Draghi si ritrova con una rogna in meno nel dl concorrenza. Di cui però dovrà ringraziare un fedelissimo di Renzi.
PROGETTO PILOTA
L’Italia è peraltro il primo Paese del Vecchio continente in cui viene sperimentata questo tipo di intesa già rodata negli Stati Uniti. L’accordo sarà peraltro sin da subito operativo su tutto il territorio nazionale per un totale di circa 120 città. In prima linea naturalmente Roma (con la Cooperativa radiotaxi 3570) e Milano, dove It taxi è legata allo 02-6969. Ma c’è da scommettere che ben presto l’accordo si allargherà a macchia d’olio a tutti i 40mila tassisti italiani che faranno da apripista per i 150mila colleghi europei.
«Questa operazione consente a Uber di sfilarsi da una battaglia con i tassisti - suggerisce una fonte sindacale - Crea meno problemi al governo e dimostra come ci si può accordare nell’interesse comune senza che l’intervento della politica». Già perché finora si è parlato sostanzialmente di liberalizzazioni e indennizzi per le licenze dei taxi. Non di un’intesa che salvasse capri e cavoli. Che una soluzione analoga si possa trovare anche per i balneari? C’è da scommettere che Mario Draghi ci metterebbe la firma.
Varato nell’aprile 1925, i suoi sontuosi saloni liberty erano firmati da Adolfo Coppedè. Preda di guerra dal 1941, fu usato appena dopo il D-Day dagli americani. Restituito nel 1947, fu riarredato da maestri del calibro di Giò Ponti e Mario Sironi.
You 5, i cui dieci episodi saranno disponibili su Netflix da mercoledì 24 aprile, sarà l'ultima stagione della serie tv. L'ultima volta di Joe Goldberg, la sua resa dei conti. A New York, l'assassino sarà costretto a scendere a patti con l'uomo che era prima degli omicidi, di un amore che non era tale, ma possesso.
L'amore che si fa ossessione, la furia omicida che monta piano, portando con sé un insieme di giustificazioni e attenuanti. Joe Goldberg ha speso quattro delle cinque stagioni di You a raccontarsi di essere nel giusto: non un mostro incapace di metabolizzare il rifiuto e il distacco che gli è sotteso, ma un essere caritatevole, la cui colpa - a doverne trovare una - risieda unicamente nell'eccesso di sentimento. Goldberg, il volto perfettamente inquietante di Penn Badgley, si è costruito un alibi morale, si è dato delle attenuanti che potessero concedergli di sopravvivere a ogni morte per riprogrammare poi un'esistenza nuova.
New York, scenario della prima stagione, è diventata Los Angeles, poi gli Stati Uniti sono stati abbandonati in favore dell'Europa, e c'è stata Parigi, quindi Londra. Goldberg ha cambiato nome, professione, identità. Dietro di lui, una scia di sangue cui le forze dell'ordine, insieme ai media, non sono riusciti a dare alcuna spiegazione logica. Nessuno ha mai capito chi fosse davvero quell'uomo all'apparenza mite, perché abbia ammazzato le donne che diceva di amare, se le abbia ammazzate di suo pugno, poi. L'unica che avrebbe potuto incastrarlo, Marianne, ha giurato di non parlare, per sé e per la figlia. Goldberg ha creduto fosse morta. Così, l'uomo - che in Europa ha scelto di ribattezzarsi Jonathan Moore e fingersi un professore - si è dato l'occasione di provare a ripartire. Accanto a lui, una cerchia di amici ricchi, non dissimile da quella che aveva negli Stati Uniti.
You, capitolo quarto, è finito con la scoperta di una dissociazione impossibile da ignorare. Goldberg-Moore, che a se stesso diceva di essersi rabbonito, di aver perso l'istinto truculento delle stagioni passate, si è reso conto sul finale dello show di aver proiettato ogni devianza su un alter ego, affidando a lui il compito di uccidere. Poi, è stato un attimo. Goldberg, in un impeto di lucidità che gli ha consentito di guardare dentro la propria anima, ha scelto di saltare: giù da un ponte, un suicidio che avrebbe dovuto mettere fine al tormento, alla dannazione. Ma il salto non ha avuto l'esito sperato. Goldberg si è salvato. Peggio, è stato salvato da una donna, Kate, bella e famosa, della quale poi si è innamorato. Con lei, ormai proiettato all'interno dello star system, si è trasferito nuovamente a New York, città che metterà fine al suo calvario.
You 5, i cui dieci episodi saranno disponibili su Netflix da mercoledì 24 aprile, sarà l'ultima stagione della serie tv. L'ultima volta di Goldberg, la sua resa dei conti. A New York, l'assassino sarà costretto a scendere a patti con l'uomo che era prima degli omicidi, di un amore che non era tale, ma possesso. Tornerà, quell'uomo, e con lui i sogni, le allucinazioni, gli incubi. Torneranno alcuni dei personaggi delle stagioni passate, le donne che pensava di amare e ha, invece, ucciso. Poi, verrà scritta la parola fine. Senza spin-off, si spera.
Il Pontefice si era svegliato poco dopo le 6:00. Il decesso è sopraggiunto circa un’ora più tardi, quando il Papa è stato colpito da un grave ictus. A dare l’annuncio il camerlengo cardinale Farrell, l’ultimo ad avere contatti con Bergoglio.
Stasera alle ore 20 il rito della constatazione di morte nella cappella della residenza del Papa in Santa Marta. Quindi la salma verrà esposta in San Pietro da mercoledì 23 aprile dove riceverà l’omaggio dei fedeli. L’ultima apparizione in pubblico del Pontefice è stato il giorno di Pasqua, quando aveva partecipato alle celebrazioni, l’ultimo bagno di folla nel pomeriggio quando aveva incontrato i fedeli a bordo della papamobile. Nella mattinata aveva incontrato il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance e aveva ricevuto gli auguri pasquali dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Secondo l’ultima modifica dell’Ordo exsequiarum Romani Pontificis, il rito delle esequie papali siglato proprio da Francesco il 29 aprile 2024, il corpo verrà esposto in Vaticano e una sola bara accoglierà il pontefice, eliminando così il rito delle tre bare di cipresso, piombo e rovere. Le esequie verranno celebrate dal Decano del collegio cardinalizio.