Il mercato sta per essere invaso da prodotti alimentari latinoamericani di bassissima qualità. La colpa è di un accordo ratificato dalla Commissione europea, che avvantaggerà i colossi automobilistici tedeschi. Per gli agricoltori della Penisola è una condanna.
Luigi Scordamaglia (Ansa)
L’ad di Filiera Italia Luigi Scordamaglia: «Non si capisce la fretta di dare il via libera, è in gioco la salute dei consumatori. Con Parigi fronte comune».
- Ursula Von der Leyen vuol approvare entro dicembre il trattato di libero scambio col Sudamerica, che ci invaderà di cibi con basso standard di sicurezza e aumenterà la deforestazione dell’Amazzonia. Alla faccia del green...
- Lula ne approfitta per rifilarci carne sintetica. La multinazionale Jbs investe in Spagna, scommettendo sulle politiche di Bruxelles contro le stalle.
Lo speciale comprende due articoli.
(Youtube)
Andrea Stroppa, l'uomo di Elon Musk a Roma: «Con la tecnologia si velocizzano gli esami e si riducono le liste d’attesa nella sanità. I satelliti di Starlink migliorano la vita dei cittadini. Ho votato centrosinistra: che delusione, snobba gli ultimi».
Andrea Orcel (Imagoeconomica)
UniCredit lancia un'offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni ordinarie di Banco BPM per 10,1 miliardi di euro, interamente in azioni. Con questa operazione il gruppo guidato da Andrea Orcel irrobustisce la sua rete di sportelli e soprattutto torna in possesso delle fabbriche per il risparmio gestito considerato che l’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha appena lanciato l’Opa su Anima.
L’iniziativa sta galvanizzando Piazza Affari che nelle prime battute guadagna circa mezzo punto. Unicredit perde circa il 2,5% mentre il Banco è immobile. Il rapporto di concambio è stato fissato a 0,175 azioni di nuova emissione di UniCredit per ogni azione esistente di Banco BPM, che comporta un prezzo implicito di offerta pari a 6,657 per azione, e un premio pari a circa 0,5% rispetto ai prezzi ufficiali del 22 novembre. Questo rappresenta un premio di circa 15% rispetto al prezzo del 6 novembre (circa 20% se aggiustato per gli acconti sul dividendo già distribuiti a novembre da entrambe le banche), prima dell’annuncio dell'offerta di acquisto di Anima. «L'offerta è autonoma e indipendente dall'investimento effettuato da UniCredit nel capitale sociale di Commerzbank», precisa la società in una nota che aggiunge di aver preso atto dell'offerta pubblica di acquisto volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Anima Holding recentemente annunciata da Banco BPM Vita. Il progetto mira infatti «a rafforzare la posizione competitiva di UniCredit in Italia, uno dei mercati principali del gruppo, creando una seconda banca ancora più forte in un mercato attraente, in grado di generare un significativo valore di lungo termine per tutti gli stakeholder e per l'Italia. La natura complementare delle attività sia in termini di aree geografiche che di segmenti di clientela, unita alla dimostrata capacità di esecuzione di UniCredit, fanno sì che il consiglio di amministrazione ritenga che l'operazione rappresenti un rischio di esecuzione gestibile». La redditività del gruppo combinato beneficerà di sinergie di costo al lordo delle imposte stimate in circa 900 milioni all'anno a regime, pari a circa il 14% della base di costo italiana del gruppo combinato al 2023. Ciò si aggiunge alle sinergie di ricavo al lordo delle imposte stimate in circa 300 milioni. Nell'ambito dell'operazione, «il gruppo prevede attualmente oneri di integrazione per circa 2,0 miliardi al lordo delle imposte da sostenere nel corso del primo anno, e rettifiche su crediti aggiuntive per circa 800 milioni al lordo delle imposte, che consentiranno un miglioramento del rapporto di copertura dei crediti deteriorati e delle esposizioni in bonis di Banco BPM». Se l’operazione dovesse andare a buon fine ci sarebbe una rivoluzione all’interno del sistema bancario italiano considerando che Banco BPM, insieme ad Anima, possiede il 9% di Mps. Si colloca così al secondo posto dopo il Tesoro che possiede il 15% e davanti alla coppia Caltagirone-Delfin (famiglia Del Vecchio) che posseggono il 7%. Il grande risiko della finanza italiana è cominciato.
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