Martino Cervo
(Rimini, 1981). Malgrado il luogo di nascita, è ravennate. Impara il mestiere a Libero, diretto da Vittorio Feltri, dove si occupa di varie cose a Milano e Roma. Sotto la direzione di Maurizio Belpietro diventa caporedattore centrale. Dal 2014 e per due anni abbondanti dirige il Cittadino di Monza e Brianza. Viene scelto nel 2017 dallo stesso Belpietro (che pure l'aveva già conosciuto) come vicedirettore, pochi mesi dopo il debutto della Verità. Nel frattempo, ha scritto un paio di libri su Obama (con Mattia Ferraresi) e Willi Münzenberg.
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La parola "piacere" riempie e definisce ogni ambito della vita umana, dal cibo all'affettività fino all'arte e alla cultura. L'esistenza stessa è, in fondo, ricerca di piacere. Proprio per questo l'indagine - non solo psicanalitica - su questa parola è smisurata: include la necessità del piacere, ma anche il suo inevitabile limite, e la facilità di essere pervertito contro l'altro e contro sé stessi. Con il filosofo Silvano Petrosino il podcast prova a spiegare, tra le altre cose, la differenza tra "ti voglio bene" e "ti voglio bere".
Ospite della puntata: Silvano Petrosino, ordinario di Filosofia all'Università Cattolica di Milano
Colonna sonora: Ludwig van Beethoven, Settima sinfonia (Berliner Philarmoniker, direzione di Herbert von Karajan)
Bibliografia, testi e riferimenti citati:
Le parole più abusate sono le meno chiare: l'uso consuma e inflaziona, distorce il significato. La parola "woke" non fa eccezione, e non è semplice da definire: un po' versione agli steroidi del politicamente corretto, un po' generica ideologia anti-razzista: ma cos'è davvero il woke? Con Mattia Ferraresi, giornalista e scrittore, il podcast percorre la storia della parola per scoprire un tratto comune, carsico e periodicamente riemergente nella storia umana e nella vicenda americana: una forma di gnosi che fa capolino per rivelare a chi voglia "destarsi" la vera essenza del mondo. Portando, di solito, a cocenti delusioni.
Ospite della puntata: Mattia Ferraresi, giornalista e scrittore
Colonna sonora: Sufjan Stevens - My Rajneesh
Bibliografia, testi e riferimenti citati: