Che all'Italia non convenga andare alla guerra con l'Europa e subire come conseguenza l'effetto di una crescita dello spread, lo capisce anche un bambino. Anzi, lo capisce perfino Gianni Riotta, quello che non sa che la sovranità appartiene al popolo. Lo scontro in atto non è gratis e alla lunga è pagato con fior di interessi sul nostro debito. Tuttavia, quale altra strada è consentita all'Italia? Il rigore che per anni è stato imposto da Bruxelles, come cura di tutti i nostri mali? Beh, dal novembre 2011 a oggi ci siamo attenuti alle direttive dell'Ue, la quale ha approvato e condiviso tutte le decisioni dei governi di sinistra, senza respingere mai il Documento di economia e finanza. Risultato: in sette anni abbiamo accumulato circa 200 miliardi di euro di debito in più, vale a dire oltre il 10 per cento di quello che detenevamo all'inizio della medicina che ci è stata somministrata, cioè quando fu fatto fuori Silvio Berlusconi.
Colpa della mancata crescita o per lo meno di una crescita troppo (...)