Sono ore di tensione quelle che sta attraversando il Brasile, dove migliaia sostenitori del presidente uscente Jair Bolsonaro hanno preso d'assalto il palazzo del Congresso a Brasilia, sede della più importante istituzione del Paese sudamericano, dando vita a una vera e propria irruzione con i manifestanti vestiti di giallo e verde che, alla fine di una manifestazione a favore dell'ex presidente, hanno sfondato il cordone di sicurezza che circonda il palazzo e sono riusciti a salire prima sulla rampa dell'edificio e a occupare il tetto, per poi introdursi all'interno rompendo i vetri delle finestre e distruggendo i seggi della plenaria. Una scena che ricorda tanto quanto avvenuto poco più di due anni fa esatti negli Stati Uniti, a Washington, quando i sostenitori di Donald Trump assaltarono Capitol Hill.
Pronta la reazione del presidente in carica Luiz Inacio Lula da Silva, che dallo stato di San Paolo, dove si trova in visita nelle zone colpite da un'alluvione, ha tenuto un summit d'emergenza con i propri ministri e ha condannato quanto accaduto definendo l'attacco al Parlamento «vandalo e fascista», per poi aggiungere in conferenza stampa: «Tutti i responsabili saranno individuati e giudicati. Queste persone devono essere punite in modo esemplare. Pagheranno con tutta la forza della legge». Lula ha poi aggiunto che il governo sta valutando l'eventualità di schierare l'esercito per far sgomberare. Per disperdere i vandali, infatti, la polizia brasiliana è dovuta intervenire sparando proiettili di gomma e con il lancio di lacrimogeni, ma alcuni manifestanti sono riusciti a raggiungere anche il secondo piano del palazzo, con la parte superiore dell'edificio ancora occupata.